1 dicembre 2021 Operazioni “nuova mala del brenta” e “lucania felix”: Aldo DI Giacomo, il carcere è il luogo migliore per riorganizzare i clan

Attività, Editoriale Aldo Di Giacomo

“Le operazioni antimafia sulla “Nuova Mala del Brenta” in Veneto e “Lucania Felix” a Potenza hanno un denominatore comune: il carcere è il luogo migliore per riorganizzare gruppi criminali che si ritenevano annientati solo perché detenuti, è il posto di comando per l’esterno e la “scuola” per reclutare nuovi adepti”.

Così il segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria – S.PP. – Aldo Di Giacomo che aggiunge: “sempre in entrambe le inchieste della magistratura dalle ramificate associazioni per delinquere di stampo mafioso emerge un ruolo particolare delle donne.

Un tempo i clan erano costituiti quasi prevalentemente da uomini adesso ci sono figure femminili coinvolte soprattutto nell’attività di riciclaggio e di intestazione di beni e con ruoli anche di comando dei territori.

Sono questi elementi, almeno per noi – continua – che non ci sorprendono perché da tempo mettiamo in guarda sulla situazione dei penitenziari, compresi quelli speciali, diventati luogo di relax per anziani capi-mafia e appartenenti a clan che, a conclusione della detenzione, tornano a delinquere.

È il prevalere della “tesi buonista” che favorisce operazioni di controllo del carcere sempre ad opera dei clan e della continuità di comando o di passaggio provvisorio alle donne del clan diventate già da qualche anno il passaggio naturale di testimone.

Il risultato è che –afferma Di Giacomo – lo Stato è “deriso” e sconfitto due volte: nel carcere dove non riesce ad assicurare il suo controllo e fuori dove non è in grado di garantire la sicurezza dei cittadini.

Altro che sistema delle “celle aperte” e programmi di rieducazione.

Servono più severità nel far rispettare le norme del sistema penitenziario potenziando il personale, le strutture e gli strumenti se si vuole veramente vincere la guerra contro la mafia a partire dal carcere”.

“E’ bene che i cittadini si rendano conto che nelle carceri non sono reclusi vittime o angeli, ci sono autori di crimini efferati per i quali da tempo invece si sostengono la clemenza e provvedimenti di indulto.

Noi non ci stiamo a mettere sullo stesso piano i servitori dello Stato e i criminali che pretendono il controllo del carcere e sono un costante pericolo dell’ordine pubblico e la minaccia per la libera convivenza dei cittadini.

Soprattutto dopo gli impegni solenni del presidente Draghi e del ministro Cartabia, è ora che ci si occupi seriamente dei problemi del sistema penitenziario senza illudersi che sfollando le celle, tutto si risolva di colpo”.

Il Segretario Generale

Dott. Aldo Di Giacomo

Dott. Aldo Di Giacomo

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