Un appello al Governo e al Parlamento perché i cosiddetti risparmi di spesa per il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, in capo al ministero della Giustizia, non si abbattano quasi esclusivamente sul personale penitenziario viene rivolto dal segretario del S.PP. Aldo Di Giacomo sottolineando che “tra gli emendamenti di cui scrivono i giornali in questi giorni ha sicuramente una priorità quello che sani una situazione non solo ingiustificata ma che lede fortemente la dignità dei servitori dello Stato nelle carceri”.
“E’ semplicemente intollerabile – aggiunge – che si tagli sulla mensa già in generale di mediocre qualità.
Come è noto nella legge di bilancio si prevede “la razionalizzazione della gestione del servizio mensa per il personale”, in modo da risparmiare 331.583 euro per l’anno 2023, 588.987 per il 2024 e 688.987 dal 2025.
Complessivamente, si prevedono riduzioni al personale carcerario per quasi 11 milioni di euro (15.400.237 nel 2024), sottovalutando le gravi carenze di strumentazioni, automezzi e persino di divise per le quali in tanti sono costretti ad arrangiarsi come se non spettasse all’Amministrazione occuparsene.
Sono scelte quelle del Governo ancora più incomprensibili alla luce delle prime dichiarazioni programmatiche della Presidente Meloni e ai primi impegni assunti dal Ministro Nordio, entrambi – dice Di Giacomo – schierati, a parole, dalla parte degli agenti penitenziari e decisi, sempre a parole, ad introdurre modifiche nell’ordinamento giudiziario prima di tutto a tutela degli agenti vittime di continue aggressioni da detenuti violenti e costretti a lavorare in condizioni di pesante stress.
Non si sottovaluti che dall’inizio dell’anno sono avvenuti cinque suicidi tra il personale in aggiunta agli 80 suicidi di detenuti.
Pertanto – afferma il segretario S.PP. – se c’è da operare risparmi si individuino le numerose voci di spesa superflua e di sprechi e non certo si faccia cassa sul personale penitenziario L’S.PP. – conclude Di Giacomo – dopo l’intensa campagna della scorsa estate attraverso il tour delle carceri sta definendo un nuovo calendario di azioni di protesta perché la situazione è diventata esplosiva e non può scaricarsi sempre sulle spalle del personale penitenziario”.