1 settembre 2024 Rivolta Beccaria-Milano: Di Giacomo, l’emergenza carcere per minori e adulti si scarica sempre sul personale penitenziario

Attività, Comunicati

“I gravissimi disordini, con il ferimento di agenti penitenziari e di giovani detenuti,  provocati dalla rivolta di massa nell’Istituto Beccaria-Milano, sedata nelle prime ore della mattinata grazie alla grande professionalità e al sacrificio del personale penitenziario che ha lavorato tutta la notte e il mattino, è l’ennesima testimonianza di  quanto denunciamo da tempo: siamo in presenza di un istituto molto difficile in particolare per età e provenienza dei giovani detenuti.

Il Beccaria è diventato da qualche mese il “caso” di cosa accade negli istituti penali per minorenni dove sono 380 i ragazzi detenuti a marzo 2023 (tra cui  12 ragazze), pari al 2,7% del totale dei ragazzi in carico ai servizi della giustizia minorile”.

E’ il commento del segretario generale del S.PP. Aldo Di Giacomo che aggiunge: “dopo quanto è di nuovo accaduto sono convinto che nessuno, come accade già nelle carceri con detenuti di età adulta,  possa più scaricare una situazione di gravissima emergenza sulla polizia penitenziaria che invece con i 13 arresti al Beccaria ha pagato sulla propria pelle le conseguenze maggiori, come le sta pagando nei 190 istituti penitenziari del Paese.  

Si ripropone ancora una volta la necessità, non più rinviabile, quanto meno di rivedere se non abolire del tutto il reato di tortura che grava come una spada di Damocle sugli agenti numerosi ancora in stato di detenzione e in numero maggiore sospesi dal servizio.

Invece, sui detenuti giovani bisogna investire per evitare che non diventino carcerati abituali. L’attuale sistema carcerario per minori non solo non serve a nulla, anzi si rivela una sorta di scuola per delinquere con il 90% di chi entra si avvia verso una “carriera criminale” passando come stadio successivo immediato al carcere normale.

Il 70% dei ragazzi entra per custodia cautelare, con una permanenza media di poco superiore ai 100 giorni. Nel corso del 2023, il 79,3% degli ingressi in carcere si è avuto per custodia cautelare. Ben oltre la metà degli ingressi rimanenti (140 su 237) è avvenuta per esecuzione pena dalla libertà. Per noi – dice il segretario S.PP. – le misure da mettere in campo sono decisamente più complesse.

Purtroppo il governo e il Dap non sono in grado di gestire la situazione. Dopo il decreto Caivano i detenuti sono aumentati in modo esponenziale.

Serve una differenziazione dei reclusi per età e serve un programma personalizzato per ogni singolo detenuto giovane, con differenti linee di condotta nei suoi  confronti. 

Un’altra riflessione: sinora a pagare sono sempre e solo gli agenti e il personale penitenziario. Nello “sfacelo” generale del nostro sistema penitenziario per l’assenza dello Stato – aggiunge Di Giacomo – è sin troppo facile prendersela con l’anello più debole della catena. 

Non riusciamo infatti ad intravedere alcun segnale, nel merito delle carenze di strutture e  gestione del personale penitenziario al Beccaria, come in tanti istituti per minori e non ,sempre confusa ed inadeguata ad affrontare le situazioni di emergenza.

Le nostre continue sollecitazioni alla Premier Meloni a dare un segnale attraverso il ritiro della delega al sottosegretario Delmastro sono eluse, mentre il recente decreto carcere testimonia come il Governo sia lontano mille miglia dai veri problemi delle carceri e ancor più lontano da quelli del personale penitenziario”.

Il Segretario Generale

Dott. Aldo Di Giacomo

Dott. Aldo Di Giacomo

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