Adesso gli agenti penitenziari a Napoli si vedranno “osservati” da un ex detenuto, ex narcotrafficante che ha scontato 22 anni e 6 mesi di carcere, di cui 21 in Italia e circa due in Spagna.
Siamo di fronte all’ennesimo caso di confusione, tipicamente italiano, tra vittime e carnefici, a ruoli invertiti. Un caso che offende le vittime della criminalità, i loro familiari e chi in carcere svolge il suo lavoro credendo di servire lo Stato.
Ma quale Stato?”.
E’ il commento del segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria Aldo Di Giacomo alla nomina da parte del sindaco di Napoli Luigi De Magistris di Pietro Ioia Garante dei diritti delle persone detenute e private della libertà personale.
“Il problema – aggiunge – non è verificare se l’ex narcotrafficante si è redento realmente. Non sta a noi farlo. Piuttosto qual è il segnale che si lancia dentro e fuori dal carcere quando a Ioia sarà permesso di entrare a Poggioreale per “ispezioni”. Evidentemente, non ha insegnato nulla il caso della deputata di Italia Viva Giusy Occhionero, che nei giorni scorsi è stata indagata dai pm di Palermo per falso, dopo aver fatto passare il suo collaboratore Antonello Nicosia, esponente radicale – solo dopo “scaricato” dai Radicali – poi arrestato per mafia, per suo assistente, consentendogli di entrare nelle carceri e di svolgere un ruolo da tramite tra i boss in cella e i loro clan.
Se negli istituti penitenziari – continua Di Giacomo – chiunque può entrare in contatto persino con i capo mafia sottoposti al 41 bis non si capisce a cosa serva il lavoro dei Poliziotti penitenziari. Tante vale dopo le “celle aperte” passare direttamente ai “portoni aperti”.
E poi con quale faccia l’ex detenuto potrebbe chiedere indulto e amnistia per i detenuti e magari denunciare agenti da bollare come “violenti”?
Una cosa è certa: gli agenti penitenziari si rifiuteranno di incontrare il nuovo garante dei detenuti a Napoli e chiederanno un intervento del Ministro di Grazia e Giustizia per bloccare la nomina del sindaco anarcoide”.