L’inchiesta della Dda di Potenza sullo spaccio di droga e i legami tra criminalità locale ed internazionale, che fa seguito ad un’altra inchiesta sempre sullo spaccio di droga nel Potentino che risale allo scorso fine settimana, mette fine, definitivamente, al vecchio luogo comune di Basilicata “isola felice” e pertanto immune dagli interessi dei grandi gruppi criminali. E’ il commento del segretario generale del S.PP. (Sindacato Polizia Penitenziaria) Aldo Di Giacomo che aggiunge: proprio da queste ultime inchieste trova ragione di conferma la forte attualità della campagna “chi è la vittima e chi è il carnefice” che stiamo svolgendo da qualche mese nel Paese e che ha visto di recente far tappa a Potenza affrontando uno degli aspetti più odiosi della violenza che è quella contro bambini e persone disabili. Noi pensiamo che la risposta dello Stato debba essere forte ed immediata ma contemporaneamente deve crescere il senso civico dei cittadini nella collaborazione con le forze dell’ordine e la magistratura. Sappiamo bene – continua Di Giacomo – che in Basilicata come nel resto del Paese ci sono carenze di uomini, mezzi e strutture per ogni Corpo delle forze dell’ordine e che gli uomini al lavoro, con il rischio quotidiano , come è accaduto nell’ultima (in ordine di tempo) indagine della Dda di Potenza ce la mettono tutta per assicurare la legalità e la sicurezza dei cittadini, per servire lo Stato.Noi – dice ancora il segretario del S.PP. – non abbiamo mai creduto nella tesi dell’ “isola felice” ed abbiamo sempre svolto azioni per tenere alta l’attenzione delle istituzioni nazionali, regionali e locali e dell’opinione pubblica. Proprio come accade con l’iniziativa promossa contro i continui furti in ville e case di contrade alla periferia di Potenza e in altri comuni della provincia generando uno stato di viva preoccupazione tra i numerosi abitanti, attraverso la riproposizione della nostra proposta di legge di iniziativa popolare sulla legittima difesa e l’intensificazione dei programmi di installazione di sistemi di videosorveglianza sulle strade di accesso di contrade e frazioni rurali.
Per questo rinnoviamo l’appello ai cittadini ad un civismo attivo senza delegare tutto alle forze dell’ordine e chiedendo ai Comuni di utilizzare al meglio la Polizia Locale di cui dispongono e che in generale è volutamente impiegata solo per multare gli automobilisti per non parlare dei casi, ancora numerosi in tutt’Italia, di Vigili Urbani che non dispongono di porto d’armi.