“Mentre il bilancio degli agenti penitenziari feriti nelle rivolte dei detenuti cresce di ora in ora, superando il numero di 50, come cresce la stima dei danni provocati agli istituti da incendi e devastamenti, le immagini della folla questa mattina a Napoli davanti al carcere di Poggioreale, dove si sono ammassati decine di familiari, per consegnare pacchi ai detenuti, dovrebbero far vergognare chi continua a mostrare improvvisazione nella gestione di questa fase di crisi del sistema penitenziario forse la più grave nella storia italiana”.
È il commento del segretario generale del sindacato S.PP. Aldo Di Giacomo che aggiunge: “a tutti gli italiani si chiedono sacrifici e in primo luogo di rafforzare le misure di prevenzione dalla diffusione del contagio, evitando ogni tipo di assembramento, ma non a Poggioreale dove sono bandite ogni forma nuova e più stringente di contenimento dal Coronavirus.
Di fatto si perpetua quella sorta di “zona franca”, che abbiamo più volte denunciato, per far entrare in carcere di tutto, come è comprovato dai continui sequestri di telefonini e droga.
E si continuano a sottovalutare i fattori di rischio che coinvolgono il personale penitenziario e la popolazione carceraria, cosa che non capiscono gli stessi familiari dei detenuti”.
Per Di Giacomo: “con le violente rivolte di detenuti nelle carceri in questi giorni pensavamo di aver assistito alla fine del sistema penitenziario. Evidentemente dobbiamo ricrederci perché non c’è mai fine.
Secondo noi l’unica mancanza nel togliere i colloqui e di conseguenza i contatti con i familiari è l’impossibilità di fare entrare droga all’interno degli istituti.
È evidente che lo Stato soccombe ancora alle richieste delle organizzazioni criminali che potrebbero aver patteggiato con “qualcuno” il rientro della protesta in cambio della concessione di un palese provvedimento, che per le modalità con cui è stato eseguito (familiari ammassati senza che nessuno gli dica nulla), quantomeno discutibile. In ordine a questo ho avvisato direttamente il Ministero degli Interni, il Prefetto di Napoli, il Capo del D.A.P. e il Presidente della Regione.