“L’evasione-bis in meno di un mese di un detenuto dopo il ricovero all’ospedale Pertini di Roma, conferma che il copione di fuga è sempre lo stesso: basta farsi ricoverare in una struttura per approfittare della carenza di personale penitenziario di sorveglianza.
Ma conferma anche che i detenuti con problemi mentali accertati – più di quattro su dieci – non dovrebbero stare in carcere”.
È il commento del segretario generale del S.PP. Aldo Di Giacomo che aggiunge: “nei 109 istituti di pena italiani il 78% dei ristretti è affetto almeno da una condizione patologica, di cui per il 41% da una patologia psichiatrica e oltre il 50% dei detenuti assumono psicofarmaci. I dati ci dicono che i detenuti con dipendenze da sostanze psicoattive rappresentano il 23,6%, con disturbi nevrotici il 18%, il 6% con disturbi legati all’abuso di alcol e il 2,7% con disturbi affettivi.
Sono numeri allarmanti che – continua il segretario generale del S.PP. – provano come il carcere è diventato la struttura di abbandono di persone con problemi di salute mentale e di altro genere.
La chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari, risalente a ormai sei anni fa, doveva essere il primo passo. Invece le risposte alternative che lo Stato, attraverso il Sistema Sanitario Nazionale, oggi offre – le Rems (residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza) – sono fortemente deficitarie e insufficienti. Il risultato è che si scarica sulla polizia penitenziaria persino l’assistenza psichiatrica. In questo caso specifico di Roma – continua Di Giacomo – è il sistema di assistenza sanitario all’interno dei nostri penitenziari, ampiamente inadeguato a dare risposte efficaci ad una popolazione carceraria che registra un incremento di patologie pregresse e che vede un numero elevato di tossicodipendenti, malati psichici, cronici, a fornire l’alibi perfetto per uscire dalle celle ed essere curati fuori.
Sono questi – dice il segretario S.PP. – i problemi veri del sistema penitenziario che vanno affrontati senza spostare l’attenzione dell’opinione pubblica, sul personale mettendolo alla gogna perché paghi per tutti i veri responsabili”.