“Non può essere certo una task force, l’ennesimo organismo di super-esperti voluto da Ministero Grazia e Giustizia e Dap, a prevenire i suicidi in carcere”.
A sostenerlo è il segretario generale del S.PP. (Sindacato Polizia Penitenziaria) Aldo Di Giacomo che aggiunge: “non conosciamo ancora le cosiddette “linee guida” varate dal DAP che non ci sono state trasmesse a riprova della grande confusione perché se non si coinvolge il personale penitenziario ogni tentativo encomiabile per volontà espressa è destinato al fallimento.
Per ora non ci resta che registrare che dal 2000 siamo al più alto numero di suicidi in sette mesi e 10 giorni – nove negli ultimi dieci giorni – rispetto ai 54 complessivi dello scorso anno e che l’età media è notevolmente abbassata con un numero maggiore di giovani.
Purtroppo l’emozione provocata nell’opinione pubblica, grazie alla grande attenzione di giornali e media e della sensibilità dei giornalisti, che ringraziamo, non basta.
Come non basta una circolare ad intercettare il grave disagio, soprattutto psicologico, diffuso in particolare tra detenuti tossicodipendenti e con problemi psichici trasferendo ogni responsabilità ai Provveditori e ai direttori di istituto.
Troppo facile – continua Di Giacomo – il classico ‘scarica barile’ delle responsabilità pur sapendo che né provveditori né direttori dispongono di risorse umane (psichiatri, psicologi) e finanziarie, strumenti e strutture per intervenire.
Così come è troppo facile, come fa il capo del DAP invitare i provveditori a garantire una particolare attenzione alla formazione specifica del personale, attraverso cicli di incontri a livello centrale e locale, destinati a tutti gli attori del processo di presa in carico dei detenuti.
L’estate si conferma dunque stagione problematica da gestire nelle carceri, mentre l’unica Regione che ha attivato, sia pure solo di recente, un piano di prevenzione suicidi è la Regione Lombardia.
Come sostengono gli esperti, la pandemia se in generale ha accentuato situazioni di disagio mentale, apprensione ed ansia, ha avuto e continua ad avere ripercussioni ancora più gravi nelle carceri dove – aggiunge Di Giacomo – il personale di sostegno psicologico come quello sanitario in generale ha numeri ridotti e non riesce a far fronte all’assistenza ancor più necessaria negli ultimi due anni di Covid.
Come sindacato è da tempo che abbiamo proposto l’istituzione di Sportelli di sostegno psicologico, tanto più contando su almeno 3 mila laureati in psicologia che nel nostro Paese non lavorano con continuità.
Come per il personale penitenziario che continua a dare prova di impegno civico e che ha già impedito alcune decine di suicidi.
Questa strage silenziosa deve finire con misure e azioni concreti”.