La violenta protesta interessa una sezione che ospita circa 50 detenuti: sono stati incendiati suppellettili e materassi. Fuori dall’Istituto di pena le forze dell’ordine, i vigili del fuoco e un’ambulanza.
Una sommossa violenta è scoppiata nel carcere di Viterbo in seguito al ritrovamento del corpo senza vita di un detenuto nella sua cella.
Circa sessanta prigionieri si sono barricati in una sezione del carcere, incendiando materassi e mobili. All’esterno della prigione, oltre alle forze dell’ordine, erano presenti anche i vigili del fuoco e il personale sanitario.
La polizia penitenziaria ha lavorato per contenere la rivolta, ma è stato necessario anche l’intervento di un gruppo specializzato giunto da Roma.
Ancora da capire le cause della morte
“Tutti i nostri avvertimenti sono rimasti inascoltati.
Questa di Viterbo sarà una delle tante rivolte che caratterizzeranno l’estate. Speriamo solo che non ci scappi il morto”, ha afferma Aldo Di Giacomo segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria.
La protesta è scattata dopo il ritrovamento del corpo senza vita di un detenuto di 32 anni, originario dell’Est.
In base a quanto si apprende l’uomo, tossicodipendente, era detenuto da pochi giorni.
Al momento si esclude che la morte sia legata ad un gesto volontario o ad un evento violento, sul corpo non sarebbero individuate ferite.
Il decesso potrebbe essere legato, ma questa è solo una primissima ipotesi, all’uso di sostanze stupefacenti.
Risposte arriveranno dalla indagine che verrà avviata dalla Procura della Tuscia che affiderà incarico, come avviene in questi casi, per procedere con l’autopsia.
Oltre 50 detenuti si sono tolti la vita in cella dall’inizio dell’anno
La rivolta di Viterbo è solo l’ultima in ordine di tempo.
Nei giorni scorsi nel carcere fiorentino di Sollicciano è esplosa la rabbia dei detenuti dopo che un cittadino tunisino di 20 anni si è tolto la vita impiccandosi. Il giovane nel febbraio scorso aveva presentato un reclamo al tribunale di sorveglianza per chiedere “il ripristino delle condizioni di salubrità”, dovendo vivere in cella senza acqua ma con cimici, muffa e topi.
Il detenuto sollecitava i giudici a “ordinare alla amministrazione penitenziaria di porre fine alla lesione e alla limitazione dei suoi diritti”, legata alle condizioni degradanti della struttura fiorentina.
Secondo gli ultimi dati diffusi sono oltre 50 dall’inizio dell’anno i suicidi nei penitenziari italiani. L’età media di chi decide di togliersi la vita è di 39 anni e secondo quanto rende noto il Garante dei detenuti circa il 40% di chi si è ucciso era in attesa di giudizio.