“Il personale penitenziario è allo stremo. Solo per congedo e ferie arretrate il 2021 si chiuderà con 4 milioni 600 mila ore complessive maturate e non godute da parte dei circa 35mila agenti-personale operativi che non potranno assolutamente essere smaltite”.
È quanto denuncia il segretario generale del S.PP. Aldo Di Giacomo per il quale “non si possono aspettare tempi e procedure dell’espletamento dei concorsi per nuove assunzioni predisposte dal Ministero.
Si tenga conto che dal primo gennaio del nuovo anno ogni agente penitenziario maturerà altri 42 giorni di congedo e ferie che non riuscirà a fare e che quindi il monte ore e giornate accumulate è destinato quanto meno a raddoppiare.
In questo quadro le condizioni di lavoro accrescono lo stress e le malattie professionali acuendo ancora di più la situazione perché con personale in malattia chi è in sevizio sarà costretto a saltare il turno di riposo.
Quanto al piano assunzioni, dai provvedimenti adottati sinora – aggiunge Di Giacomo – non possiamo che aspettarci il semplice turn over dei pensionamenti mentre al 2023 l’organico complessivo crescerà di sole mille unità a fronte delle oltre settemila necessarie.
Una situazione – evidenzia il segretario del Sindacato Penitenziari – che denota tutta la disattenzione della politica sempre pronta invece ad indignarsi di fronte ad episodi che coinvolge il personale ed ancora di più a preoccuparsi delle condizioni dei detenuti.
È bene che i cittadini si rendano conto delle condizioni di pesante stress del personale penitenziario e che nelle carceri non sono reclusi vittime o angeli, ci sono autori di crimini efferati per i quali da tempo invece si sostengono la clemenza e provvedimenti di indulto.
Un lavoro molto delicato che richiede grande impegno, attenzione e professionalità. Noi non ci stiamo a mettere sullo stesso piano i servitori dello Stato e i criminali che pretendono il controllo del carcere e sono un costante pericolo dell’ordine pubblico e la minaccia per la libera convivenza dei cittadini.
È ora che ci si occupi seriamente dei problemi del sistema penitenziario senza illudersi che sfollando le celle, tutto si risolva di colpo.
Abbiamo bisogno di un piano straordinario di interventi e che almeno le promesse fatte solennemente dal Premier Draghi e dalla Ministra Cartabia l’estate scorsa in occasione della visita “storica” al carcere di Santa Maria Capua Vetere per l’incremento del personale e la dotazione di mezzi e strumenti adeguati siano mantenute”.