Ancora un grave episodio di aggressione ad agenti penitenziari a testimonianza del numero crescente di fatti di violenza contro il personale delle carceri.
È accaduto sabato scorso nella Casa Circondariale di Siracusa con vittime un Sovrintendente ed un Assistente.
Un detenuto di nazionalità italiano ha colpito con calci e spintonato il Sovrintendente e aggredito l’Assistente che è arrivato in soccorso del collegato. Il Personale è riuscito nonostante l’aggressione a calmare il detenuto e metterlo in sicurezza.
Il Sovrintendente e l’Assistente hanno dovuto far ricorso a cure sanitarie con prognosi rispettivamente di 10 e 6 giorni. Ne dà notizia l’S.PP. – Sindacato Polizia Penitenziaria – in una nota a firma del segretario generale Aldo Di Giacomo: “La drammatica situazione dell’istituto di Cavadonna, quale la carenza di personale è il segno più evidente – è scritto nella nota – registra giornalmente atteggiamenti di aggressività dei detenuti nei confronti del personale di Polizia Penitenziaria.
La mancanza di provvedimenti di alleggerimento della popolazione detenuta da parte dei Superiori Uffici non aiuta nella gestione di dinamiche detentive.
Auspichiamo interventi risolutivi da parte degli organi preposti”.
“Quanto è accaduto nel carcere di Siracusa – commenta il segretario Di Giacomo – conferma come la tensione nei penitenziari è alle stelle e sarà sempre più incontenibile senza provvedimenti e strumenti di assoluta urgenza”.
“Il clima che si respira nelle carceri è persino peggiore di quello della primavera 2020 che ha segnato la stagione delle violente rivolte a catena.
Clan, gruppi malavitosi, organizzazioni mafiose, camorriste e ‘ndranghetiste stanno approfittando della diffusione del contagio per muovere nuovamente la sfida allo Stato come testimoniano gli atti di violenza tra detenuti e contro il personale penitenziario, in quest’ultimo caso declassati a “fatti di ordinaria amministrazione”.
Una situazione simile – dice Di Giacomo – non era mai accaduta prima con gli agenti in balia dei criminali e costretti a difendersi come possono.
Le azioni annunciate dalla Ministra Cartabia che da tempo ascolta solo i Garanti dei detenuti – continua il segretario del Sindacato Penitenziari – vanno in tutt’altra direzione, quella dell’apertura di celle e portoni ai detenuti.
La riduzione della popolazione carceraria in sostanza è considerata l’unica strada da seguire”.