La tesi esposta da Mauro Palma, Garante nazionale delle persone detenute, in occasione del convegno, promosso a Napoli, da Magistratura Indipendente, secondo il quale siamo di fronte a due racconti simmetrici , da un lato, dichiarazioni che c’è una situazione “infernale” delle carceri, dall’altro, comunicati del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria che descrivono un singolo progetto o iniziativa parlandone come un “paradiso”, potrebbe far sorridere se non fosse che la cronaca quotidiana ci richiama alla triste realtà degli istituti italiani di pena . E mi riferisco solo a due casi dell’ultimo fine settimana: a Treviso un detenuto che aggredisce cinque poliziotti penitenziari mandandoli in ospedale e a Rimini la “rappresaglia” di detenuti senegalesi nei confronti di un detenuto albanese. Altro che “purgatorio” come farebbe credere il Garante per motivare ancora una volta il sostegno alle cosiddette misure alternative. È il commento di Aldo Di Giacomo, segretario generale del S.PP. (Sindacato Polizia Penitenziaria). Siamo di fronte da qualche tempo – aggiunge – ad una sorta di campagna di pressione nei confronti del nuovo Parlamento perché i decreti del Ministro Orlando, non dimentichiamo votati a Camere sciolte in Commissione Giustizia, che noi abbiamo definito “svuota carceri”, perché lasciano libere tutte le persone condannate fino a 4 anni per qualsiasi reato, facendole accedere alle misure alternative, possa avere una corsia preferenziale e quindi il disco verde. Noi insistiamo invece con il disco rosso perché non è affatto vero che abbassando l’attuale popolazione carceraria, attualmente vicina alle 58 mila persone, con un crescendo di detenuti extracomunitari e immigrati, automaticamente, si risolvano i problemi dentro e fuori gli istituti penitenziari. All’interno – dice ancora Di Giacomo – persiste prioritariamente la necessità di garantire l’incolumità e la serenità al personale di Polizia Penitenziaria perché 7 aggressioni a poliziotti e 22 colluttazioni tra detenuti ogni giorno non sono pochi. L’auspicio è che il nuovo Governo che è in via di composizione e con esso il nuovo Ministro alla Giustizia cancellino subito i decreti Orlando e ristabiliscano con nettezza e chiarezza la distinzione di ruoli tra vittime e carnefici.