“Le numerose aggressioni di detenuti a personale penitenziario, avvenute nella settimana di Ferragosto e ancora ieri, da nord al sud del Paese, che hanno coinvolto una quindicina di agenti, testimoniano che le promesse del Premier Draghi e della Ministra Cartabia in occasione della visita al carcere di Santa Maria Capua Vetere si sono già volatilizzate e – fatto più grave – che non si è in grado nemmeno di garantire l’incolumità degli agenti”. Così il segretario generale del S.PP. Aldo Di Giacomo esprimendo solidarietà ai colleghi aggrediti e alle loro famiglie.
“Siamo tornati alla “caccia all’agente” in una situazione inedita per la crescente difficoltà rispetto al passato per gli agenti impossibilitati a difendersi dalle continue aggressioni.
È anche questa la ripercussione dei fatti avvenuti nel carcere di Santa Maria Capua Vetere e del clima che monta contro il personale penitenziario.
Si vorrebbe che non si reagisse e che il personale subisca passivamente.
Proprio per riaccendere l’attenzione su quanto sta accadendo – dice Di Giacomo – intendiamo intensificare le azioni del sindacato che, a differenza delle solite passerelle di politici o rappresentanti istituzionali che si sono ripetute a Ferragosto, hanno l’obiettivo di portare fuori le carceri le voci di uomini e donne in divisa che quotidianamente vivono le problematiche di contatto con i detenuti e che devono difendersi da soli dal Covid 19 perché la campagna di vaccinazione non è conclusa e i tamponi non si fanno con la periodicità necessaria.
È bene che i cittadini si rendano conto che nelle carceri non sono reclusi vittime o angeli, ci sono autori di crimini efferati per i quali da tempo invece si sostengono la clemenza e provvedimenti di indulto.
Opinionisti, commentatori, politici dimostrano di avere la mente annebbiata e una grande confusione non distinguendo chi svolge il delicato servizio di controllo negli istituti penitenziari da chi ha compiuto crimini orrendi, con pesanti condanne, e alimenta l’illegalità diffusa.
Noi non ci stiamo a mettere sullo stesso piano i servitori dello Stato e i criminali che pretendono il controllo del carcere e sono un costante pericolo dell’ordine pubblico e la minaccia per la libera convivenza dei cittadini.
Soprattutto dopo gli impegni solenni del presidente del Consiglio, Mario Draghi e del ministro della Giustizia, Marta Cartabia, è ora che ci si occupi seriamente dei problemi del sistema penitenziario senza illudersi che sfollando le celle, tutto si risolva di colpo.
Se il sistema carcerario non funziona nel nostro Paese non è certo a causa di rivolte di detenuti o di fatti come quelli di Santa Maria Capua Vetere – di cui si è continuato a trasmettere in tv immagini anche a Ferragosto ma non quelle del personale aggredito – che sono solo la spia di un profondo malessere che ha antiche motivazioni chiaramente individuabili e da risolvere senza dimenticanze o strumentalizzazioni o sottovalutazioni.
Ma continuiamo ad insistere: la priorità è oggi quella di mettere fine alla campagna di odio contro uomini e donne in divisa che sono oggetto di atti gravi di aggressioni, violenze ed intimidazioni”.