Casa di Reclusione Rebibbia, è di oggi la notizia del ritrovamento di un cellulare con due caricabatterie.
Così Aldo Di Giacomo segretario generale del sindacato di Polizia Penitenziaria S.PP.: “Bravi sicuramente i colleghi nella scoperta che testimonia, ancora una volta, la professionalità e la dedizione che sempre contraddistingue la Polizia Penitenziaria.
Le tecniche atte ad eludere il sistema purtroppo sono sempre più all’avanguardia, mentre le risposte dello Stato a tali comportamenti criminali sempre più inefficaci nel tempo.
L’introduzione della norma che prevede una vera e propria configurazione di reato nell’ipotesi in cui si introduce o si tenti di introdurre un telefono in carcere, sebbene punisca sia chi dall’esterno cerca di introdurre il telefono e sia il detenuto che lo detiene, evidentemente non basta a scoraggiare l’effettiva messa in atto di questi comportamenti criminali.
È necessario inasprire severamente le pene ed aumentare, nel contempo, la spesa di strumenti tecnologici volti al ritrovamento.
Da diverso tempo sostengo che per i criminali è una consuetudine diffusa impartire ordini con i telefonini e che le carceri siano ormai divenute luogo di ristoro sicuro ove gestire i propri traffici.
Il tempo del buonismo deve finire: è ora che lo Stato dia risposte sicure in merito a tutte le disfunzioni del sistema carcerario” Seguono a Di Giacomo le dichiarazioni del vice-segretario generale S.PP. Gina Rescigno: “Questo ennesimo ritrovamento conferma la bontà del nostro operato seppur in forte carenza di personale.
La scoperta è stata frutto dell’intuizione e delle indubbie capacità, anche investigative, dei colleghi che si sono recati al quarto piano della seconda sezione e pare che qui abbiano rinvenuto il cellulare ed i caricabatterie ancora collegati alla corrente.
Le nostre congratulazioni ai colleghi unite ad un appello di investire in nuove tecnologie atte ai ritrovamenti ed aumentare significativamente le pene.”