Egregio Presidente,
On. Sergio MATTARELLA Presidente della Repubblica
da segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria e, più in generale, interpretando il comune e diffuso pensiero di tutto il personale di Polizia Penitenziaria, al di là delle sigle sindacali, Le chiedo un suo autorevole intervento perché il Governo affronti l’emergenza carceraria con misure urgenti.
Lei rappresenta il punto di riferimento più alto della democrazia, della legalità e del rispetto delle regole scritte (e non scritte) nella nostra Costituzione.
Per questa ragione mi rivolgo a Lei in questa stagione segnata da 53 suicidi di detenuti dall’inizio dell’anno (un suicidio ogni 3-4 giorni, 17 volte in più rispetto a quanto accade fuori), da almeno 5 agenti e personale medico- sanitario aggrediti da detenuti ogni settimana, da decine di tentativi di rivolta, da troppi episodi di sfida da parte dei capo clan di organizzazioni criminali allo Stato che, purtroppo, continuano a comandare dalle celle.
Uno Stato che oltre a non garantire la legalità nelle carceri non riesce a garantire la sicurezza dei detenuti e dei suoi dipendenti (il personale penitenziario) testimonia di aver rinunciato ai suoi doveri civici sino a far passare inosservata la “strage” di questa estate con detenuti di età sempre più giovane.
Come sostengono gli esperti, la pandemia se in generale ha accentuato situazioni di disagio mentale, apprensione ed ansia, ha avuto e continua ad avere ripercussioni sui detenuti con problemi psichici e fragili ancora più gravi nelle carceri, dove il personale di sostegno psicologico come quello sanitario in generale ha numeri ridotti e non riesce a far fronte all’assistenza ancor più necessaria negli ultimi due anni di Covid.
Da servitori dello Stato l’impegno del personale penitenziario è rivolto a far rispettare la legalità e al contrasto a mafia e criminalità che, a nostro parere, deve svolgersi a partire dalle carceri.
In questo non siamo soli. Numerosi magistrati antimafia hanno messo in guardia su quanto sta accadendo, specie negli ultimi mesi, nei penitenziari del Paese rinnovando le richieste al Ministro di Grazia e Giustizia, all’Amministrazione Penitenziaria e all’intero Governo di dare risposte efficaci ed efficienti ai troppi problemi del sistema penitenziario incancreniti negli anni.
La situazione ha toccato livelli di gravità tali che non possiamo aspettare le elezioni politiche, il rinnovo del Parlamento e il nuovo Governo.
Non possiamo perdere altri mesi. Per questo abbiamo deciso iniziative di protesta ed ho iniziato, insieme ad altri dirigenti e agenti, lo sciopero della fame.
Ci sono azioni, misure, provvedimenti che si possono e si devono attuare subito perché più passa tempo e più l’illegalità si diffonde con il rischio di ripetere quanto accaduto con le rivolte nella primavera del 2020.
Con la presente Le chiedo un incontro per darmi la possibilità di esporle in maniera compiuta le nostre valutazioni e le nostre proposte che ho solo accennato.
Distinti saluti.