Alla cortese attenzione del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
La informo che da venerdì 11 ottobre ho iniziato uno sciopero della fame per sensibilizzare il mondo della politica sull’insostenibile sovraffollamento delle carceri, e la drammatica situazione della giustizia.
Con il messaggio alle Camere del Capo dello Stato questo tema è divenuto centrale e discusso negli ultimi giorni, soprattutto sui provvedimenti da adottare per una possibile soluzione. Da sempre, convinto che l’amnistia e l’indulto non rappresentano la soluzione, se non nell’ immediatezza.
Occorrerebbero, invece, riforme strutturali che vadano verso una seria depenalizzazione ed un ampliamento delle misure alternative alla detenzione , unitamente alla revisione delle leggi che producono carcerazione, come la Bossi-Fini sugli stranieri, Fini-Giovanardi sulla tossicodipendenza e Ex Cirielli sulla recidiva. I penitenziari del nostro Paese sono colmi di stranieri, tossicodipendenti, persone con disturbi psicopatologici, malati cronici e indigenti.
Si dovrebbero affrontare le cause del sovraffollamento, con una riforma organica della giustizia e non gli effetti del fenomeno attraverso la storica soluzione dell’indulto e amnistia. Il sistema giustizia e da anni intasato da oltre 9 milioni di processi pendenti e da 180 mila prescrizioni ogni anno, ritengo sia giunta l’ora di mettere mano in modo serio e coraggioso ad un problema che fa del nostro paese uno stato incivile.
Ricordo che nei ‘gironi danteschi’ delle sezioni detentive dei penitenziari, non si trovano soltanto i detenuti, ma anche gli operatori che lavorano come la polizia penitenziaria che rappresento. Le condizioni di lavoro in continua emergenza mettono seriamente in discussione l’aspetto professionale e personale dei lavoratori, costretti a far fronte con strumenti insufficienti alla sicurezza e alla disattesa risocializzazione dei detenuti garantita dal dettato costituzionale, non considerando la disattenzione della politica che ha portato al blocco degli stipendi degli assegni di funzione ed agli avanzamenti di grado con un danno economico di oltre 200 euro al mese per ogni poliziotto.
Questo imperativo, fare riforme strutturali prima fra tutte le depenalizzazioni, deve far riflettere sulle responsabilità di ogni uno. Concludo con la speranza di trovare condivisione di idee ma soprattutto di intenti e di proposte ed impegno alla risoluzione di un problema diventato oramai indifferibile.
Il segretario generale Dott. Aldo Di Giacomo
La Segreteria Generale della Presidenza della Repubblica auspica che il segretario Generale del sindacato S.PP Dott Aldo DI GIACOMO desista dal suo intento confermando la piena vicinanza come dimostrato precedentemente inviando alle camere un autorevole messaggio sul tema del drammatico sovraffollamento delle carceri italiane. Vedi lettera