“Condanniamo in maniera ferma e decisa ogni forma di violenza, ma per poter apportare un cambiamento bisogna capire il clima in cui certe situazioni si verificano”
Ferma condanna nei confronti della violenza e chi ha utilizzato violenza dovrà chiaramente risponderne nelle sedi opportune.
Ma altrettanta ferma condanna nei confronti dell’amministrazione penitenziaria e del mondo politico che non ha mai affrontato veramente il problema del mondo penitenziario italiano”.
Così Aldo Di Giacomo, segretario generale del Sindacato di polizia penitenziaria (Spp), oggi a Foggia, commentando l’inchiesta su un violento pestaggio avvenuto ad agosto del 2023 ai danni di due detenuti reclusi nel carcere del capoluogo dauno che ieri ha portato all’arresto di dieci agenti di polizia penitenziaria.
Di Giacomo ricorda “che nel corso dell’ultimo anno – senza chiaramente voler giustificare nessuno ma per spiegare la situazione che si vive nei penitenziari italiani – 1938 poliziotti penitenziari sono finiti in ospedale a causa di lesioni riportate durante aggressioni subite in carcere dai detenuti.
Per non parlare dei poliziotti aggrediti e che non hanno fatto ricorso alle cure dei sanitari che sono quasi il triplo.
Pur condannando in maniera ferma e decisa sempre ogni forma di violenza, è necessario, per poter apportare un cambiamento, capire il clima in cui certe situazioni si verificano”.
Il sindacalista chiede che “l’amministrazione penitenziaria e il governo si facciano carico di queste problematiche.
Che affrontino davvero, ad esempio, la tematica dei suicidi dei detenuti nelle carceri italiane. In 72 giorni (da inizio anno) sono 26 i detenuti che si sono tolti la vita.
C’è necessità di azioni immediate anche sul fronte della rieducazione dei detenuti che al momento non viene garantita.
E’ uno stato – conclude Di Giacomo – incapace di gestire il sistema carceri”. (Ansa)