“Adesso che finalmente il carcere è tornato sulle prime pagine dei giornali per non far scemare l’attenzione mediatica sempre più necessaria a dare soluzioni urgenti alle emergenze sovraffollamento e condizioni di lavoro insopportabili per il personale penitenziario non ci resta che appellarci al Presidente Mattarella che ha fatto bene a rinviare l’incontro con il Ministro Nordio per valutare in concreto le misure annunciate”.
Così il segretario generale del S.PP. Aldo Di Giacomo che aggiunge: “in avvio di campionato di calcio l’autogoal del sottosegretario Delmastro, non nuovo a “figuracce”, acquisisce un primato ineguagliabile perché, indubbiamente, ha contribuito a riaccendere un’attenzione che nemmeno i 67 suicidi di detenuti, a cui aggiungere 7 agenti penitenziari, i 2400 di aggressioni agli agenti, le 28 rivolte delle ultime settimane, le dodici fughe e tentativi di fuga, c’erano riusciti.
Noi – sottolinea Di Giacomo – per tutelare i nostri colleghi le abbiamo provate tutte: dal “presidio in catene” davanti Palazzo Chigi a Roma alla consegna simbolica delle chiavi delle carceri italiane alla Presidenza del Consiglio.
Attendo ancora una risposta dalla Premier Meloni alla mia lettera con la quale chiedevo almeno un primo segnale del Governo per affrontare l’acuta emergenza dei penitenziari.
Ma, purtroppo, registro ancora l’assenza dello Stato. La novità di questi ultimi giorni – dice Di Giacomo – è però rappresentata dai numerosi messaggi di solidarietà e sostegno (anche da vittime di reati gravi e semplici cittadini) a testimonianza che a differenza della Premier e del Ministro Nordio stanno crescendo l’allarme e la consapevolezza della necessità di interventi urgentissimi.
Dispiace piuttosto constatare – aggiunge – che da parte degli altri sindacati di polizia penitenziaria, a cui mi sono rivolto con un appello per iniziative unitarie, nessuno abbia raccolto l’appello e quindi si preferisca procedere in ordine sparso, coltivando ciascuno il proprio orticello di tesserati, annacquando l’impegno sindacale che è la nostra missione principale di tutelare i colleghi che sono sfiniti e si sentono abbandonato dallo Stato.
È evidente che il recente decreto carcere approvato dal Consiglio dei Ministri si è risolto in un fallimento perché non contiene nessuna delle misure straordinarie che abbiamo richiesto.
È altrettanto evidente che la gestione del Ministro Nordio e del sottosegretario Del Mastro ha troppe lacune e che ha contribuito ad accrescere il clima di forte tensione che si vive negli istituti. Alla politica tutta e ai cittadini – continua Di Giacomo – chiediamo di far sentire la pressione nei confronti del Governo perché si dichiari lo stato di emergenza e si assumano i provvedimenti, più volte proposti, che non possono più aspettare.
La nostra mobilitazione continuerà in altre modalità ed iniziative fino a quando non ci saranno risposte concrete ai bisogni del personale penitenziario e si ripristineranno nelle carceri condizioni di piena legalità e rispetto della legge”.