“Come se non bastassero i turni di lavoro massacranti in carcere, in condizioni sempre più difficili, persino a rischio della propria incolumità, il personale di Polizia Penitenziaria sarà fortemente penalizzato dal cuneo fiscale 2020 al punto da rimetterci, in un anno, sino a 1.300,00 euro.
Il bonus cuneo fiscale sarà riconosciuto ai lavoratori con redditi sino a 28.000,00 euro; al di sopra di tale soglia scatterà la detrazione di 80,00 euro sino ai 35.000,00 e di importo decrescente dai 35.000,00 ai 40.000,00 euro. Sono questi i paletti utili per capire non solo a chi spetterà il bonus in busta paga dal 1° luglio 2020, ma anche quali sono i lavoratori che potrebbero trovarsi a fare i conti con il meccanismo della restituzione.
Per i contribuenti che percepiscono redditi superiori a 38 mila euro, scatteranno le aliquote marginali effettive, la tassazione applicata agli incrementi di reddito al netto di bonus e di agevolazioni fiscali. In parole semplici, l’impossibilità di accedere a bonus e ad agevolazioni fiscali, produce un incremento considerevole delle tasse applicate ai redditi percepiti con il paradosso che più si lavora e meno si guadagna.
Oltre il danno c’è pure la beffa. Il superamento nel corso dell’anno per il superamento del bonus porterà al super salasso di fine anno. È paradossale che oggi al tavolo del Mef per discutere sul rinnovo dei contratti nella Pubblica amministrazione si discute di detassazione del lavoro straordinario, il sindacato S.PP. intende avviare una nuova iniziativa perché la polizia penitenzia è quella che fa più straordinari tra le forze dell’ordine, con 20 ore di media giungendo a casi in cui si arriva oltre le 40 ore mensili”. Ad affermarlo è il segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria Aldo Di Giacomo per il quale: “anche su questo aspetto specifico il Governo deve dimostrare con i fatti. Ho scritto al Presidente del Consiglio, ai Ministri competenti, al Parlamento di riconoscere i sacrifici che quotidianamente gli agenti e tutto il personale degli istituti penitenziari svolgono per evitare che il controllo delle carceri sia “delegato” ai clan di criminalità organizzata.
Un segnale concreto che aspettiamo è proprio questo della ulteriore detassazione del lavoro straordinario tenuto conto che delle 12 mila nuove assunzioni previste in tutte le forze dell’ordine meno di 1.500 riguarderanno la polizia penitenziaria”.
Un numero – sottolinea Di Giacomo – decisamente insufficiente persino a far fronte ai pensionamenti e pre-pensionamenti figuriamoci alla crescente mole di lavoro che segnaliamo da tempo nelle 190 carceri del Paese, come per i servizi di accompagnamento dei detenuti per esigenze processuali e trasferimenti, piantonamenti, ecc.
Pertanto risulterà impossibile non far fronte al lavoro straordinario persino per esigenze di ordinario controllo degli istituti e, aggiungiamo, per garantire la sicurezza dei cittadini”.