Gentile Presidente,
a nome dei colleghi della Polizia Penitenziaria Le esprimo profondo riconoscimento per le parole che ha espresso nella recente occasione del saluto del Corpo al Quirinale.
Per noi è l’unico rappresentante istituzionale e per altro di grande autorevolezza che ci è vicino e che ha ricordato gli “ostacoli” che gravano sul nostro compito e le nostre attività.
Ostacoli che – come ha giustamente evidenziato; richiamano il compito di altre istituzioni: dal sovraffollamento carcerario, alle carenze di organico.
Condividiamo, inoltre, l’allarme che ha lanciato per l’aumento dei suicidi di detenuti come condividiamo l’esigenza che Lei ha espresso di assistenza sanitaria dentro agli istituti penitenziari che è una esigenza diffusa, ampia, indispensabile, la mancanza della quale – come ha detto – fa sì che su di noi “ricadano esigenze e richieste” che non rientrano nei nostri compiti e nelle nostre funzioni.
Il Suo profondo rispetto della dignità di chi negli istituti carcerari lavora e di chi vi è detenuto ci dà una grande carica.
L’anno che si è appena concluso e le cronache di queste prime settimane del 2024 che segnano, purtroppo in continuità con il 2023, l’acuirsi dell’emergenza del sistema penitenziario, hanno determinato la mia scelta di avviare un nuovo tour tra le principali carceri per incontrare, ascoltare i colleghi e rilanciare la mobilitazione.
Siamo decisi a fare di più nella protesta perché non siamo ascoltati da chi per responsabilità istituzionali dovrebbe farlo.
La prima criticità è quella delle aggressioni e delle violenze contro il personale penitenziario.
Partiamo dai dati del 2023: oltre 1800 sono state le aggressioni dei detenuti ad appartenenti al Corpo con una media di 5 al giorno; di queste un terzo hanno prodotto prognosi di oltre 8 giorni ma in 150 casi sono state superiori ai 20 giorni.
Sempre durante l’anno circa 12mila sono stati gli episodi di resistenza e ingiuria a pubblico ufficiale in carcere.
C’è poi una questione che come sindacato di polizia penitenziaria abbiamo sollevato da tempo e che riguarda l’aumento esponenziale dei decessi per malore improvviso determinatesi tra gli operatori della polizia di Stato (tutti i Corpi) del quale, stranamente, non esistono statistiche ufficiali.
Anche nella polizia penitenziaria c’è la stessa tragica situazione. Negli ultimi 13 mesi abbiamo avuto 41 poliziotti penitenziari che sono morti di malore improvviso, con un aumento del 200% rispetto alla media degli anni pre-pandemia, e anche se non esiste una statistica interna o dell’Istat, questi dati ci preoccupano molto come allarmano le famiglie del personale. A questi si aggiungano 4 suicidi della Polizia Penitenziaria (2 solo negli ultimi mesi). Una forte componente è connessa allo stress psico- fisico in moltissimi suicidi. E tra le molteplici cause, emerge proprio lo stress intenso cui le forze dell’ordine sono esposte quotidianamente, specie nelle carceri dove il personale nell’ultimo quadrimestre 2023 ha subito 514 aggressioni.
I recenti fatti avvenuti nel carcere di Foggia – che condanniamo in attesa dell’iter giudiziario – richiedono comunque un approfondito esame di una situazione intollerabile e di profondo malessere tra detenuti e personale che non siamo più disposti a subire passivamente.
Non si può ulteriormente sottovalutare che il traffico di sostanze stupefacenti e la diffusione di telefonini nelle carceri continua a creare gravissimi problemi sino ai casi di capi clan che attraverso i cellulari continuano a comandare.
Noi avvieremo dalle prossime settimane un’intensa campagna di mobilitazione. Confidiamo pertanto nel Suo impegno sui problemi del sistema penitenziario, sicuri che continuerà a sostenere le problematiche che ha già sollevato.
Sindacato Polizia Penitenziaria S.PP.
Segretario Generale: Dott. DI GIACOMO Aldo