“E’ la prima volta nella storia della Repubblica che nel carcere ci sia una rivolta contro un Governo che sta per nascere dopo che gli elettori italiani hanno democraticamente eletto i propri parlamentari.
Non si sottovaluti: la clamorosa protesta delle detenute di Trento (con quattro agenti in ospedale) contro il nuovo Governo di centrodestra, che fa seguito di pochi giorni alla rivolta nel carcere di Terni, è un nuovo allarmante ed inquietante messaggio inviato con chiarezza al Parlamento appena insediato e al Governo che sarà presto formato”.
Così Aldo Di Giacomo, segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria che aggiunge: “lo avevamo previsto ed avevamo messo in guardia sulle aspettative e sulle azioni di rivolta, puntualmente avvenute, da parte della popolazione carceraria in merito alla nuova situazione politica determinata dal voto del 25 settembre scorso.
La gravità del momento è nella prova di forza contro il nuovo Parlamento e il nuovo Governo per imporre amnistia, indulto e comunque provvedimenti di alleggerimento della pena da scontare, oltre che del regime duro (41 bis).
Per tutto questo nelle prime interlocuzioni con la Premier (ad hora incaricata) Meloni abbiamo sollecitato una risposta altrettanto forte che ristabilisca legalità e soprattutto il controllo dello Stato nelle carceri mettendo fine, una volta per tutte, al “comando” dalle celle di boss e capo clan e che vogliono continuare a comandare.
Ma – aggiunge Di Giacomo – al tempo stesso abbiamo suggerito di procedere con attenzione e non con provvedimenti immediati di riforma del sistema penitenziario per evitare l’accrescere della tensione che diventerebbe di grande difficoltà da gestire, con il rischio di ripetere quanto accaduto con le rivolte nella tragica primavera del 2020.
Una cosa è chiara: il Governo deve porre nell’agenda dei sui primi 100 giorni l’emergenza carceraria con misure sempre più urgenti.
Cancellare anni di irresponsabilità politico-istituzionale e di lassismo sulle emergenze del nostro sistema penitenziario non sarà facile ma bisogna cominciare a farlo. Non c’è più tempo da perdere come prova il caso clamoroso di Trento.
Le prime dichiarazioni dell’On. Meloni – sostiene Di Giacomo, ricordando il tour che ha effettuato, nei mesi estivi, in una sessantina di carceri, le numerose azioni di protesta svolte
– lasciano ben sperare sulla effettiva volontà di voltare pagina. Noi la mettiamo nuovamente in guardia: non basta “stracciare” la cosiddetta riforma Cartabia e le circolari contradditorie ed inutili del DAP e si ascolti chi come il sindacato di polizia penitenziaria si misura ogni giorno con l’emergenza carcere”.