“Le casette per l’amore in carcere specie nella situazione di grande emergenza che vivono tutti gli istituti penitenziari italiani non sono una priorità.
Per questo la decisione dei Ministri di Grazia e Giustizia e dell’Economia di stanziare 28 milioni di euro per la costruzione di casette prefabbricate o mini appartamenti da destinare alle “relazioni affettive dei detenuti” è uno schiaffo al personale penitenziario che lavora in condizioni sempre più difficili senza avere a disposizione nemmeno il minimo di servizi.
Per non parlare dell’assenza di “spazi” che sarebbero sicuramente più urgenti da reperire per gestire i detenuti Covid-19, ancora in numero elevato”.
A sostenerlo è il segretario generale del S.PP. – Sindacato Polizia Penitenziaria – Aldo Di Giacomo per il quale “di fatto è stata introdotta una corsia preferenziale ad un progetto, in verità non nuovo, rispetto al programma di costruzione di otto nuovi padiglioni annunciato poco meno di un anno fa dalla Ministra Cartabia.
Si dimentica o si sottovaluta che disponiamo di penitenziari che hanno anche più di un secolo di vita e che quindi hanno necessità di ogni tipo di lavori di manutenzione persino minima ed urgente.
Come sindacato – continua Di Giacomo – non abbiamo mai considerato ininfluenti i problemi di affettività e di sesso dei detenuti anche per prevenire gli atti di violenza sessuale e stupro che nelle celle avvengono per la stragrande maggioranza dei casi senza denunce ma non possiamo consentire che prima si pensi alle casette per l’amore e poi a tutto il resto.
Tanto più che le strutture dovrebbero essere messe a disposizione di detenuti in regime di carcere duro che continuano ad essere aggressivi nei confronti degli agenti e a mantenere un atteggiamento violento e in tanti casi di sfida e comando.
Siamo all’ennesima prova del clima buonista che prevale rispetto alla necessità di prendere atto delle vere problematiche del sistema penitenziario.
Ministri e politica preferiscono chiudere gli occhi sulla situazione delle nostre carceri e concedere il “diritto all’amore” a quelli stessi detenuti che sbeffeggiano lo Stato, mentre ogni anno vengono spesi circa 3 miliardi e mezzo di euro per il funzionamento delle carceri, con la nota carenza di strutture, organici e poche figure di educatori e mediatori”.
In quattro mesi e mezzo nelle carceri italiane ci sono stati 25 suicidi (su 50 decessi in totale) poco meno del 50% di quelli registrati in tutto il 2021, almeno un centinaio di aggressioni al personale penitenziario, una trentina di eventi incendiari di celle, una dozzina di tentativi di rivolte, innumerevoli stupri e atti di violenza sessuale quasi tutti non denunciati: numeri che messi insieme fanno impallidire persino i sistemi carcerari dei Paesi sudamericani”.