“L’obbligo vaccinale per il personale penitenziario, che ci vede convintamente favorevoli, non da oggi, non risolve in alcun modo la prevenzione dalla diffusione del Covid se l’obbligo non viene esteso a tutti, a cominciare dai familiari e dagli avvocati dei detenuti. Solo a Poggioreale-Napoli ci sono flussi di ingressi settimanali dieci volte superiori al numero dei detenuti, con una media di 3mila persone, a cui aggiungere i colloqui con diverse decine di avvocati e una durata anche di un paio d’ore”.
Così il segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria – S.PP. – Aldo Di Giacomo che aggiunge: “evidentemente si immaginano i nostri penitenziari come quelli dei film americani con alte vetrate che separano detenuto-familiare o avvocato.
La situazione da noi è diversa: gli ingressi dall’esterno avvengono senza esibizione di Green Pass con un lungo percorso interno prima di arrivare alla sala colloqui dove davanti ad un tavolo è montano un semplice pannello in plexiglass come quelli che è possibile trovare nei bar.
In queste condizioni, come possono confermare i medici e gli esperti della pandemia, non c’è alcuna condizione di prevenzione vera dal contagio.
È una situazione – dice Di Giacomo – che riprova la tesi coltivata da parte dello Stato del carcere completamente avulso dal resto della città dove invece si punta ad accrescere controlli e azioni di contrasto al Covid.
Francamente non riusciamo a capirne le motivazioni tanto più che il tentativo dei giorni scorsi di rivolta nel carcere di Taranto, a seguito del nuovo focolaio di Covid, dovrebbe mettere in guardia.
Si sta ripetendo lo stesso grave errore di sottovalutazione compiuto nella primavera 2020 con le numerose rivolte che hanno avuto come scintilla proprio la diffusione della pandemia.
È molto facile innescare di nuovo tensioni sulle quali la criminalità organizzata, i clan e le gang presenti nei penitenziari possono “soffiare”.
A noi pare di cogliere – afferma il segretario generale del Sindacato Penitenziari – una sorta di paura dello Stato che non ha alcuna intenzione di introdurre prescrizioni rigorose sul doppio piano giuridico e sanitario per i colloqui in carcere temendo la reazione di quei clan di criminali che continuano a dimostrare di comandare e controllare i penitenziari”.
Ci siamo da sempre espressi a favore dell’obbligo vaccinale per una categoria, al pari delle altre delle forze dell’ordine, di quelle sanitarie e di lavoratori a contatto con il pubblico, che necessitano di tutela personale e delle proprie famiglie oltre che a garantire la tutela degli altri, nel nostro caso detenuti, familiari ed avvocati dei detenuti e pertanto – conclude – siamo in attesa di una circolare esplicativa sull’uso obbligatorio del Green Pass nelle carceri per tutti”.