“Con il suicidio nel carcere di Torino Vallette del detenuto pakistano, di 38anni, questa estate cresce il numero dei suicidi (39 dall’inizio dell’anno) in particolare tra gli stranieri che sono già 21, di cui per alcuni tunisini, marocchini non è stato possibile risalire all’identità”.
Ad affermarlo è il segretario generale del S.PP. (Sindacato Polizia Penitenziaria) Aldo Di Giacomo sottolineando che “l’estate si conferma stagione problematica da gestire nelle carceri specie per gli oltre 17mila detenuti stranieri (il 31% del totale) con problematiche di ogni genere a partire dalla lingua.
L’assenza di figure professionali in grado di prendere in carico il detenuto straniero – continua – è una delle storiche motivazioni alla base dell’impossibilità di prevenire i suicidi”.
“Come sostengono gli esperti, la pandemia se in generale ha accentuato situazioni di disagio mentale, apprensione ed ansia, ha avuto e continua ad avere ripercussioni ancora più gravi nelle carceri dove – aggiunge Di Giacomo – il personale di sostegno psicologico come quello sanitario in generale ha numeri ridotti e non riesce a far fronte all’assistenza ancor più necessaria negli ultimi due anni di Covid.
A questo vanno aggiunte le difficoltà di relazioni con gli stranieri ai quali è complicato garantire diritto di culto.
Come sindacato è da tempo che abbiamo proposto l’istituzione di Sportelli di sostegno psicologico, tanto più contando su almeno 3 mila laureati in psicologia che nel nostro Paese non lavorano con continuità.
Come per il personale penitenziario che continua a dare prova di impegno civico è sicuramente utile attivare corsi di formazione ed aggiornamento per essere maggiormente preparati ad affrontare casi di autolesionismo e suicidio, oltre naturalmente a provvedere rapidamente all’atteso potenziamento degli organici”.
“Uno Stato che non riesce a garantire la sicurezza del personale e dei detenuti testimonia di aver rinunciato ai suoi doveri civici. L’incapacità – continua Di Giacomo – è ancora più irresponsabile in questa nuova fase di diffusione della pandemia.
Una realtà che segna un trend di contagi in forte aumento in questa estate destinato dunque ad avere conseguenze impattanti e ad aggravare la situazione già di eccezionale emergenza della gestione delle carceri.
Sminuire o nascondere la verità – aggiunge – può solo portare ad un’ulteriore sottovalutazione e a complicare le problematiche esistenti per la salute della popolazione carceraria e di chi lavora”.