“La feroce aggressione nel carcere di Noto di quattro agenti penitenziari (costretti a ricorrere alle cure dei sanitari), per altro non nuova in questo problematico carcere siciliano, è purtroppo solo l’ennesima di questa caldissima estate nella quale oltre al record delle temperature abbiamo raggiunto quello storico di due agenti al giorno aggrediti da detenuti”.
Ad affermarlo è il segretario generale del S.PP. – Sindacato Polizia Penitenziaria – Aldo Di Giacomo per il quale “siamo ad una vera e propria caccia all’agente che è bersaglio di ogni forma di violenza sino alla diffusa pratica degli sputi da cui alcune direzioni di istituti propongono di difendersi con lo scudo d’ordinanza.
C’è dunque ancora profonda sottovalutazione sulla situazione di crescente tensione, che come è accaduto nel carcere siciliano, sfocia in aggressione e in altri casi in mini-rivolte.
Per questo per noi la tutela, prima di tutto fisica, del personale deve diventare la stessa emergenza che vive il Paese per le morti sul lavoro.
È innegabile – aggiunge Di Giacomo – che la situazione di controllo delle carceri da parte dello Stato, già sfuggita di mano da qualche anno, in questa estate è tracollata.
Pertanto la priorità: come tutti i lavoratori del Paese gli agenti vanno difesi sul posto di lavoro perché a fine turno tornino a casa nelle loro famiglie senza subire danni.
Per questa ragione in attesa di leggere i contenuti di una nuova circolare sulla media sicurezza nelle carceri che il capo del Dap ha annunciato vogliamo essere chiari e ribadire che senza misure adeguate ad assicurare la sicurezza del personale non ci sarà alcuna idea che tenga.
Noi – continua il segretario del S.PP. – un bilancio di questa prima parte dell’estate 2022 lo abbiamo fatto: dodici suicidi e otto tentativi di suicidio, una dozzina di casi di celle incendiate solo nelle ultime settimane, almeno sei episodi di aggressione a personale penitenziario la settimana, otto risse tra detenuti di clan rivali o tra detenuti italiani ed extracomunitari nel giro di pochi giorni.
Per tutto questo – aggiunge – abbiamo deciso, dalla fine dell’estate, di tenere azioni di mobilitazione per smuovere il “torpore” mentre di fronte all’emergenza – spiega Di Giacomo – la Ministra Cartabia sta pensando a paliativi come le misure alternative al carcere per detenuti con pene cosiddette minori che non risolvono in alcun modo le problematiche del sovraffollamento e della carenza di strutture adeguate oltre, naturalmente, di agenti e personale.
Tra l’altro si finge di ignorare che nelle carceri ci sono alcune centinaia di detenuti con problemi psichiatrici che non dovrebbero trovarsi lì.
Noi non siamo più disponibili a tollerare il lassismo e raccogliendo le continue proteste dei colleghi che non ce la fanno più a fare da “bersagli” su cui detenuti violenti possono scatenare la propria rabbia abbiamo deciso di passare alla mobilitazione. Non può essere questa la “stagione di caccia all’agente”.