La presa di posizione del Presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani sul reddito di cittadinanza che potrebbe far guadagnare chi non lavora più di un poliziotto mette il dito nella piaga dei salari dei lavoratori delle forze dell’ordine decisamente bassi. È il commento del segretario generale del S.PP. (Sindacato Polizia Penitenziaria) Aldo Di Giacomo che annuncia un incontro con il Presidente Tajani innanzitutto per esprimergli la riconoscenza del personale di polizia penitenziaria alla valutazione oggettiva fatta e poi per definire sullo stesso tema iniziative comuni. La realtà – aggiunge – è che lo stipendio base netto di un agente di polizia semplice arriva a un po’ meno di 1.250 euro netti al mese (1.561,65 euro lordi al mese), mentre il reddito di cittadinanza – sia nella quantificazione dell’Istat che, a maggior ragione, in quella del M5S – potrebbe far guadagnare di più, e anche parecchio (1.638/1.950 euro netti contro 1.561,65 euro lordi). È il caso di ricordare che per i lavoratori appartenenti alle Forze Armate, a Polizia e Polizia Penitenziaria, carabinieri e Guardia di Finanza il beneficio netto in busta paga, con decorrenza primo gennaio 2018, dopo il rinnovo del contratto nazionale, sarà di circa 70 euro, con una percentuale di aumento che è vicina al 5%. Persino i reclusi che lavorano in carcere (svolgendo lavori di manutenzione degli edifici, in cucina, nelle pulizie) o per conto di cooperative che hanno spostato parte della loro produzione oltre le sbarre, guadagnano di più potendo godere di una busta paga aumentata di circa l’83%, arrivando a una media di 7 euro l’ora. Siamo di fronte ad un’evidente sperequazione e soprattutto all’ennesima dimostrazione di quanto conti nel nostro Paese la dignità dei lavoratori che si occupano della sicurezza dei cittadini. Le nostre aspettative di miglioramento salariale tanto più necessario nei casi in cui lo stipendio del poliziotto sia l’unica fonte di sostentamento in una famiglia monoreddito con due figli a carico sono adesso riposte nel nuovo Governo che sarà formato dal quale ci attendiamo una svolta significativa sia per il salario che per le condizioni di lavoro del personale degli istituti penitenziari. Una svolta radicale rispetto a quanto ha fatto sinora il Governo Gentiloni.