Sono 50 nel carcere di Milano San Vittore i detenuti contagiati da COVID-19 mentre a Bollate sono 16 ed 1 ad Opera.
I poliziotti sono 21 nei tre istituti della città. Dati importanti, ma sicuramente sottostimati che dovrebbero indurre l’amministrazione penitenziaria a mettere in atto disposizioni che vadano ad impedire l’aggravarsi dei contagi.
A dichiararlo è il segretario generale del sindacato polizia penitenziaria S.PP.
Aldo Di Giacomo: “i dati sicuramente preoccupano, ma preoccupa sicuramente di più l’immobilismo da parte dell’amministrazione penitenziaria.
Bisognerebbe impedire i colloqui con i familiari e l’accesso di tutte quelle persone non indispensabili per un periodo limitato ma utile a consentire l’evitarsi del diffondersi del virus all’interno delle carceri; garantendo comunque loro la possibilità di avere contatto con i loro familiari detenuti attraverso skype.
I dati forniti dall’amministrazione penitenziaria sembrano sottostimare il problema o comunque non aggiornati in tempo reale, in quanto i dati forniti dalle nostre strutture ci dicono che i numeri dei contagi sono maggiori. scarseggiano, inoltre, nella maggior parte degli istituti penitenziari presidi quali mascherine, gel igienizzanti, guanti e tute, che secondo i dati forniti dall’amministrazione le carceri italiane dovrebbero produrre 500 mila mascherine al giorno”.
Continua Di Giacomo: “sembra che l’amministrazione penitenziaria ed il ministro si siano già dimenticati della pesantissima situazione vissuta qualche mese fa con devastazioni e 14 morti. Le strutture carcerarie milanesi non sono in grado di poter ospitare e curare decine di detenuti infetti.
La maggiore preoccupazione deriva da ciò che potrebbe succedere dal propagarsi del virus in carceri come quello di Milano San Vittore dal punto di vista dell’ordine pubblico ossia di eventuali possibili rivolte.
Le organizzazioni criminali all’interno delle carceri italiane sono ancora molto forti e pronte a fomentare nuove rivolte”.