27 ottobre 2022 Aldo Di Giacomo: riforma Cartabia e prime dichiarazioni neo Ministro Nordio,  non è questo il carcere che vogliamo!

Attività, Comunicati

“Dal 2 novembre prossimo, per effetto della cosiddetta riforma Cartabia, un esercito di indagati sottoposti a misure cautelari sarà libero. Non è questo il modello di carcere che vogliamo.

Per questo come non abbiamo avuto alcun problema a riconoscere alla Premier Meloni un buon approccio ai problemi del sistema penitenziario, altrettanto non abbiamo alcuna difficoltà a mettere in guardia il nuovo Ministro di Grazia e Giustizia a non avallare comportamenti e provvedimenti di chi l’ha preceduto”.

Ad affermarlo Aldo Di Giacomo, segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria, sostenendo che “destano preoccupazioni le prime dichiarazioni del Ministro Nordio che vanno nella direzione di procedere in continuità con l’ex Ministra Cartabia.

È semplicemente improponibile ed inaccettabile che dal mese prossimo, una serie di reati che finora erano punibili d’ufficio (cioè anche senza richiesta della vittima) diventeranno perseguibili soltanto a querela, cioè solo se la persona offesa chiederà esplicitamente all’autorità giudiziaria di indagare.

Non è questo il modo per superare il sovraffollamento delle carceri.

Si pensi piuttosto – continua Di Giacomo – ai tossicodipendenti e a quanti hanno problemi psichici che sono un terzo della popolazione carceraria e andrebbero assegnati ad altre strutture non certo carcerarie.

Rivolgiamo dunque un appello al neo Ministro Nordio perché impedisca che le misure cautelari già disposte dall’inizio di novembre decadranno immediatamente, con l’effetto che centinaia di criminali, già ritenuti pericolosi da un giudice (quasi sempre perché recidivi), lasceranno il carcere o i domiciliari per tornare a piede libero.

Il documento di queste ore dei procuratori generali che lancia l’allarme sulle «principali problematiche» che comporta «la vigenza immediata di una parte significativa della nuova disciplina», con diversi «adempimenti oggettivamente impossibili o comunque problematici senza adeguato supporto» è un’ulteriore sollecitazione al nuovo Governo a bloccare gli effetti ereditati da Cartabia.

Credo che l’on. Meloni abbia assoluto bisogno di un incontro per acquisire direttamente le informazioni necessarie che evidentemente il Ministro Nordio sottovaluta sposando una strategia buonista non certamente in sintonia con il programma illustrato da Meloni in Parlamento in materia di sistema penitenziario e giustizia.

Pensiamo – conclude Di Giacomo – che se il cambiamento che il Governo intende perseguire non sarà sostenuto da scelte mirate, accompagnate dalla condivisione dei sindacati del personale penitenziario, nello specifico quelli che conoscono le problematiche incancrenite e lasciate in eredità dal Governo ancora in carica, gli effetti potrebbero trasformarsi in un boomerang contro chi pure ha propositi di rimettere ordine delle carceri”.

Il Segretario Generale

Dott. Aldo Di Giacomo

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