Dovrebbero essere 560, sono invece solamente 410. “È sempre più pericoloso lavorare in queste condizioni, detenuti sempre più garantiti”. «Sempre più vengono garantiti i diritti dei detenuti, ma sempre meno quelli degli agenti».
La denuncia arriva dai sindacati di polizia Sinappe e Spp, che protestano contro la decisione dell’amministrazione penitenziaria di adeguare la retribuzione dei detenuti in carcere al compenso di 8 euro l’ora. «Dal primo ottobre il loro lavoro costerà l’83% in più: l’occupazione in carcere (elemento che abbiamo detto essere essenziale del trattamento rieducativo) si pone dunque quale specchio riflesso di una società civile che al contrario non riesce ad assicurare un’occupazione al cittadino comune», scrive Sinappe.
Gli fa eco Spp: «Non ha senso far guadagnare così tanto soltanto i pochi detenuti che lavorano e lasciare gli altri senza far nulla», commenta Aldo Di Giacomo, segretario generale. Il sindacato lamenta la continua carenza di organico delle carceri italiane, Bologna in testa. «Ci sono 777 persone recluse alla Dozza, a fronte di 500 previste. Gli agenti penitenziari, che dovrebbero essere 560, sono invece solamente 410», sono i dati snocciolati da Di Giacomo.
Secondo il segretario, «molti agenti si trovano in situazioni in cui è difficile garantire la loro sicurezza, lo dimostrano i molti fatti di cronaca che raccontano di aggressioni e violenze» Di Giacomo sottolinea che la situazione è peggiorata «da quando il sistema è diventato così premiale, i detenuti si sentono più liberi di agire impunemente». «Mancano ormai cronicamente le risorse per gli agenti, che hanno il loro contratto fermo da ormai 8 anni», conclude.