“Il gravissimo episodio che ha avuto come vittima un assistente capo della polizia penitenziaria, tenuto in ostaggio nella notte per circa mezz’ora con una lametta al collo da due extracomunitari detenuti nel carcere di Capanne, a Perugia, è solo uno della trentina di casi di aggressione contro personale penitenziario, che avvengono quotidianamente nelle carceri italiani e in gran parte senza alcun clamore”.
Lo afferma il segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria S.PP. Aldo Di Giacomo che aggiunge: “se non si interviene con immediatezza e con i provvedimenti necessari presto sarà indispensabile una legge speciale per garantire il controllo degli istituti di pena che oggi in numero sempre più preoccupante è nelle mani di detenuti”.
Un fenomeno – dice il segretario del S.PP. – che registra un crescendo di episodi che coinvolgono detenuti extracomunitari e in particolare nigeriani i quali si stanno imponendo a clan e cosche della criminalità organizzata e mafiosa italiana anche nelle carceri. Noi siamo stanchi di contare le aggressioni contro i nostri colleghi.
Accade invece che la politica è affaccendata in altre cose e preferisce ignorare l’emergenza che vive il personale di polizia penitenziaria con il rischio dell’incolumità fisica.
Ci rivolgiamo a quella parte della politica – è l’appello di Di Giacomo – che ha manifestato una qualche attenzione su questi temi con l’invito a non ripetere l’esperienza del contratto di governo precedente che, di fatto, tra i punti del programma ha escluso completamente interventi per il sistema penitenziario.
È ora che ci si ascolti e si proceda con le misure che più volte abbiamo rivendicato a tutela del personale del carcere a partire dall’abbandono del sistema delle cosiddette celle aperte”.