“Quando non c’è certezza di pena al punto da non determinare alcuna distinzione tra vittima e carnefice, accade che si affermino, soprattutto tra i familiari delle vittime di reati odiosi quale la violenza sessuale su minori, atti di “giustizia fai da te”, come unica strada, sempre e comunque da condannare”. È il commento di Aldo Di Giacomo, segretario generale del S.PP. (Sindacato Polizia Penitenziaria) all’arresto nel Beneventano di due uomini accusati di aver premeditato l’omicidio del 45enne Giuseppe Matarazzo, autore della violenza sessuale compiuta nei confronti di una ragazzina di 15 anni che, per la vergogna, si impiccò a un albero vicino casa. Ogni giorno, in Italia, secondo dati aggiornati al 2016 della sezione statistica del Dipartimento di amministrazione penitenziaria (Dap) – riferisce il segretario del S.PP. – più di tre autori di violenze sessuali o abusi su minori vengono portati in carcere. Nel primo semestre del 2016, nel dettaglio, la media è stata di 3,8 stupratori arrestati e portati in cella. Gli autori di violenze sessuali su donne e minori detenuti sono 3.444, su 54mila reclusi. La maggior parte di loro sconta una pena definitiva. Mentre in 369 sono in attesa di giudizio. Ma – afferma Di Giacomo – l’aspetto che deve far riflettere è la pena media irrogata che secondo una ricerca pubblicata dalla rivista “Diritto penale contemporaneo” su 100 sentenze Primo Grado riguardanti gli autori di violenza sessuale su donne e minori è pari a 5 anni e 1 mese, con il 17,3% dei casi che è decisamente al di sotto (3 anni). Solo la pena media per chi abusa sessualmente di bambini con meno di 10 anni è risultata superiore pari a 6 anni e tre mesi. Una condanna, come sostiene l’autore dello studio prof. Francesco Macrì, «sicuramente insufficiente: dallo studio delle sentenze emerge difatti che gran parte di tali abusi sono perpetrati spesso per anni; in aggiunta la metà circa dei colpevoli sono familiari della vittima, e nel 30 per cento dei casi il colpevole è il padre stesso». Alla luce di questi elementi lo studio arriva alla conclusione che “un livello sanzionatorio medio congruo dovrebbe attestarti sugli 8/9 anni di reclusione”.