Il provvedimento di sospensione del collega di Campobasso coinvolto nella nota vicenda, adottato in tutta fretta dall’Amministrazione Penitenziaria, senza attendere alcun approfondimento dei fatti, vedrà lunedì 4 febbraio in piazza a Campobasso una prima risposta di protesta con una manifestazione che terremo insieme ai cittadini per affermare sicurezza e legalità. Lo afferma il segretario generale del Sindacato di Polizia Penitenziaria (S.PP.), Aldo Di Giacomo, che aggiunge: “chi ha deciso di punire l’agente di Polizia Penitenziaria e di conseguenza la sua famiglia con la stessa solerzia deve però provvedere a far ritirare il filmato ancora in circolazione sui canali del web perché il nostro collega, facilmente riconoscibile, diventa oggetto di rappresaglia e possibili aggressioni quando tornerà in servizio. Non può esserci un provvedimento a senso unico, vale a dire a tutela del detenuto, colpendolo l’anello più debole del sistema penitenziario italiano che presenta troppe criticità più volte denunciate a cominciare dalle massacranti e stressanti condizioni di lavoro del personale tutto. E – continua Di Giacomo – se non interverrà l’Amministrazione Penitenziaria lo faremo noi rivolgendoci all’Autorità Giudiziaria e al Garante per la privacy perché quel filmato che gira in rete, ripetiamo solo parziale in quanto non dà un quadro completo ed esauriente dei fatti, venga immediatamente rimosso. Il segretario del S.PP. riferisce che sono numerosissimi gli attestati, i messaggi che continuano ad arrivare al sindacato da parte di cittadini, da ogni parte del Paese, per esprimere solidarietà e vicinanza al nostro collega e sostegno alla nostra campagna “noi le vittime loro i carnefici” perché si affermi la netta distinzione superando quella che è invece oggi una tremenda confusione dei ruoli. Di Giacomo annuncia che dopo la manifestazione di lunedì a Campobasso partirà il tour attraverso i capoluoghi e le principali città italiane che hanno carceri e sarà attuato un sit-in ad oltranza a Roma davanti la sede del Ministero di Grazia e Giustizia fino a quando il Ministro Bonafede non riceverà una nostra delegazione per essere consapevole di quanto accade quotidianamente nelle carceri italiane per effetto del “buonismo” imperante che produce continue aggressioni ad agenti, rivolte dei detenuti, i boss mafiosi che diffondono “pizzini” dalle celle, i Centri Accoglienza per immigrati diventati covi della mafia nigeriana.