In questi giorni, il Sindacato di Polizia Penitenziaria (SPP) rivendica un trattamento economico più adeguato al ruolo che li contraddistingue. Lo fa a nome di tutti gli agenti e di tutti coloro che si impegnano per la sicurezza dei cittadini. Il Segretario del sindacato, Aldo Di Giacomo, sottolinea il diverso trattamento rispetto a quello riservato agli statali per quanto riguarda l’erogazione degli aumenti mensili. Queste sono le sue parole: “Per i lavoratori appartenenti alle Forze Armate, a Polizia e Polizia Penitenziaria, forze dell’ordine, il beneficio netto in busta paga, con decorrenza primo Gennaio 2018, per il rinnovo del contratto nazionale, sarà di circa 70 euro, con una percentuale di aumento che è vicina al 5%. I reclusi che lavorano in carcere, godranno di una busta paga aumentata di circa l’83%, arrivando ad una media di 7 euro l’ora. Questi svolgono lavori di manutenzione degli edifici. Lavorano in cucina, nelle pulizie o per conto di cooperative che hanno spostato parte della loro produzione oltre le sbarre. Siamo di fronte ad un’evidente sperequazione e soprattutto all’ennesima dimostrazione di quanto conti nel nostro Paese la dignità dei lavoratori che si occupano della sicurezza dei cittadini. Dopo ben 9 anni di blocco del rinnovo, francamente c’è più di un sentimento di amarezza. Perché tutti i nostri colleghi si aspettavano di più, specie, dopo i continui richiami da ogni parte politica al ruolo essenziale dei lavoratori di questo comparto che, invece, subiscono un’ingiustificata disparità, rispetto agli statali, per i quali il recente aumento medio contrattuale mensile netto è più alto. Da parte nostra, intendiamo raccogliere l’insoddisfazione della categoria e attraverso iniziative specifiche farla pesare. Spetta adesso al nuovo Parlamento che sarà eletto il 4 Marzo. Noi auspichiamo che veda presenti rappresentanti dei lavoratori del comparto sicurezza per dare voce diretta a questa categoria. Ma anche per recuperare un rapporto decisamente più dignitoso nei confronti di chi rischia la vita nelle carceri, nelle strade e nei quartieri delle nostre città, per salvaguardare il bene supremo dei cittadini”.