Maiano realtà virtuosa nel marasma sovraffollato delle carceri italiane. E’ quanto emerge, in estrema sintesi, dalla conferenza stampa tenuta questa mattina dal segretario generale del Sindacato di polizia penitenziaria (Spp) Aldo Di Giacomo, da tempo in sciopero della fame per sensibilizzare le istituzioni nazionali al problema, ormai cronico, del sotto organico di personale e del sovraffollamento di detenuti in cui versa il sistema carcerario italiano. La tappa di Maiano fa parte del tour “Chi la vittima chi il carnefice”, partito da Campobasso e che porterà lo stesso Di Giacomo in tutta Italia allo scopo di sensibilizzare politica e istituzioni sull’argomento. A tal proposito, fanalino di coda umbro risulta essere il carcere di Capanne, con un sotto organico che arriva addirittura a 80 posti da agente di polizia penitenziaria a fronte di un sovraffollamento di detenuti preoccupante. A Spoleto, per il momento, tale sovraffollamento è molto contenuto mentre le forze di polizia penitenziaria necessiterebbero di 18 ulteriori unità. Insomma, quella di Maiano è l’ennesima realtà “meno peggio” che, come va di moda in questa epoca, finisce con il passare come esempio di gestione virtuosa. Grazie ad un considerevole numero di associazioni e alla lungimiranza della direzione del carcere, oltre 200 detenuti di Maiano attualmente lavorano, dei quali quattro fuori dal carcere mentre la stragrande maggioranza all’interno della casa circondariale. Purtroppo, come sempre, a non fare la propria parte ci pensa l’istituzione nazionale e, soprattutto, la politica, che si ostina a non affrontare il tema come meriterebbe.