L’ennesimo suicidio di un detenuto in una sezione per psichiatrici, avvenuto ieri nel carcere di Benevento, è solo l’ultimo della lunga catena della “mattanza di Stato” che si perpetua da troppi anni senza che qualcuno nei settori di Governo o della politica vada oltre una generica e formale indignazione.
E’ quanto sostiene Aldo Di Giacomo, segretario generale del S.PP. sottolineando che persino chi dovrebbe seriamente preoccuparsene, come l’autorità Garante del detenuto, si limita a segnalare il “caso” di suicidio o magari a tenere il conto dei suicidi dall’inizio dell’anno, senza però affondare nelle responsabilità.
Ed accade così che fatti del genere scivolino nella cronaca ordinaria, quella a cui dedicare qualche rigo di giornale, a differenza del clamore mediatico provocato dai fatti di Santa Maria Capua Vetere o di Gimignano con personale di polizia penitenziaria additato all’opinione pubblico quali “massacratori” di poveri detenuti innocenti.
Il nostro sindacato a dimostrazione che avverte realmente il peso della funzione delicatissima a cui assolvono uomini e donne in divisa specie nei reparti con detenuti che hanno seri problemi mentali e in molti casi sono aggressivi contro il personale – aggiunge Di Giacomo – da molto tempo conduce una campagna perché il problema psichiatrico nel carcere è da sempre sottovalutato e sottodimensionato: gli episodi di autolesioni di detenuti con difficoltà psichiatriche sono circa dieci ogni giorno, quattro sono le aggressioni che quotidianamente i poliziotti penitenziari subiscono da detenuti con problemi psichiatrici e due in media sono i tentativi di suicidio che la polizia penitenziaria riesce ad evitare.
Di fronte a questo orrore quotidiano non ci sono più alibi: la politica è pronta a scattare in occasione dei fatti del carcere campano o di quello toscano che coinvolge il personale penitenziario ma incapace semplicemente di interrogarsi sui motivi dei suicidi.
Noi continuiamo a denunciare le responsabilità e a richiedere l’apertura di un tavolo di confronto oltre che con il Ministro Cartabia coinvolgendo il Ministro della Salute Roberto Speranza.