6 marzo 2024 Aldo Di Giacomo, quello spot del Ministero della Giustizia che fa storcere il naso alla polizia penitenziaria

Attività, Editoriale Aldo Di Giacomo

Il segretario nazionale del sindacato Spp: “Meno racconti cinematografici e più fatti. Il Corpo merita riconoscimento e rispetto”.

Meno film, meno racconti cinematografici e più fatti» così tuona il segretario nazionale del sindacato Spp Aldo Di Giacomo.

Lo spot per il 207° anniversario della polizia penitenziaria, realizzato dal Ministero della Giustizia, è stato pubblicato solo da due giorni ma ha scatenato l’ira di molti agenti.

«Lo spot realizzato per l’anniversario di fondazione è l’immagine del Corpo che l’amministrazione penitenziaria vorrebbe accreditare all’opinione pubblica. Il lavoro e le attività reali della polizia penitenziaria sono un altro film e gli attori protagonisti sono diversi» sottolinea Di Giacomo.

Durante il filmato, della durata di circa 1 minuto e mezzo, i quattro agenti (interpretati dalla pattinatrice Carolina Koster, lo schermidore Aldo Montano e il pugile Clemente Russo) viene rappresentata un’ipotetica situazione di emergenza, che i protagonisti riescono a gestire in poco tempo e senza grossa difficoltà. Una situazione lontanissima dalla realtà secondo il sindacato.

«Sono gli agenti i protagonisti che tutti i giorni si trovano nelle carceri ad affermare la legalità e il rispetto del sistema penitenziario, in troppi casi lasciati soli, senza strumenti e dotazioni adeguati – dice il segretario –.

Non è certo con uno spot di sicuro effetto cinematografico e mistificando la realtà che si fa un buon servizio alla collettività e al Corpo che non ha più alcuna voglia di festeggiare l’anniversario della fondazione perché non c’è proprio nulla da gioire».

E secondo Di Giacomo le riflessioni da fare sono altre: «Per noi, l’anniversario è l’occasione – continua – per riaprire una riflessione collettiva soprattutto nelle istituzioni, nella politica e nella società sulle gravi criticità che esistono e non si possono trasformare in un’avvincente storia da film.

L’incapacità dell’amministrazione penitenziaria a interpretare la situazione attuale e le problematiche dei servitori dello Stato, prima fra tutte le aggressioni e le violenze da parte di detenuti (1800 casi nel 2023 ndr), non può trasformarsi in creatività cinematografica.

Il riconoscimento di cui ha bisogno il Corpo per il ruolo che svolge in condizioni sempre più difficili merita innanzitutto rispetto e vicinanza per affrontare le problematiche di emergenza che più volte abbiamo segnalato».

I commenti da parte degli agenti
Sotto il video non sono mancati i commenti negativi da parte, presumibilmente, di qualche agente: «Nei carceri si scoppia, (questo video ndr) è tutta facciata» scrive un utente. «Potevate sfruttare l’occasione per fare vedere la nostra professionalità» commenta un altro.

C’è anche chi crede che gli agenti non siano stati minimamente rappresentati da questo spot: «Il vero poliziotto penitenziario è quello che lotta per la sicurezza dei detenuti con turni spesso massacranti, quello che subisce quotidianamente aggressioni, quello che non viene mai nominato ma solo umiliato» tuona un utente.

C’è chi lo definisce un «video da rivedere» perché lontano dalla realtà.

I dati sulle aggressioni
Solo nel 2023 sono stati oltre 1800 gli agenti aggrediti con una prognosi superiore ai sette giorni poiché picchiati da detenuti.

Una media di cinque al giorno. In particolare: sono circa 350 i poliziotti penitenziaria finiti in ospedale in Lombardia; 280 in Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria; 270 in Sicilia; 260 in Lazio, Abruzzo e Molise; 210 in Veneto; Trentino e Friuli; oltre 200 in Campania, come in Emilia Romagna e Marche; 190 in Toscana e Umbria; 180 in Puglia e Basilicata; 160 in Calabria e 120 in Sardegna. Ma le problematiche non terminano qui.

Turni infiniti, violenza psicologica, mancanza di personale: sono le condizioni nelle quali lavora oggi la polizia penitenziaria italiana. Per i sindacati, si tratta di «condizioni inaccettabili».

«Tutto ciò dal punto di vista psicologico è devastante: quando un agente va al lavoro non sa mai come tornerà a casa, perché la percentuale di rischio è altissima» denuncia il segretario nazionale Aldo Di Giacomo.

Fonte La Stampa: Polizia penitenziaria, lo spot del Ministero della Giustizia che non piace al sindacato – La Stampa

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Dott. Aldo Di Giacomo

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