Somministrare johnson & johnson per evitare focolai peggiori e conseguenze drammatiche.
Il COVID-19 è entrato nelle carceri e la diffusione del virus è rapidissima come si vede dai focolai di Reggio Emilia, Roma Rebibbia, ecc…; più volte noi abbiamo sollevato il problema della prevenzione e abbiamo suggerito alle Autorità, Ministro della Giustizia, Ministro della Salute, Commissario Straordinario all’emergenza COVID, vertici dell’Amministrazione Penitenziaria e finanche ai Prefetti le priorità ed i percorsi da dover seguire per evitare, o meglio, per limitare al massimo che la pandemia si propagasse nelle strutture penitenziarie.
Ad affermarlo è Aldo Di GIACOMO Segretario Generale del Sindacato Polizia Penitenziaria S.PP.: “oggi a causa delle errate politiche poste in campo, soprattutto in materia di somministrazione vaccini, il pianeta carceri si presenta, sotto l’aspetto sanitario pandemico, come una bomba pronta a deflagrare.
La campagna vaccinale all’interno delle carceri ha segnato il totale fallimento della medicina penitenziaria.
Vista l’emergenza in atto, tutti i detenuti e tutti i poliziotti dovevano essere stati già vaccinati da tempo, considerato che noi avevamo a disposizione quello che mancava agli altri ossia medici ed infermieri per la somministrazione dei vaccini.
Si registrano fortissimi ritardi nella campagna vaccinale, di fatto su una popolazione detenuta che è pari a 53.500 unità circa, solo 7000 sono i detenuti che hanno ricevuto la prima dose di vaccino ASTAZENECA, mentre solo 17000 Poliziotti Penitenziari hanno ricevuto la prima dose del predetto vaccino, su un totale di circa 38.000 unità di personale.
Questa situazione è inaccettabile ed ha portato ad avere, ad oggi, circa 900 detenuti e 700 Agenti infettati dal virus, per non parlare dei colleghi e dei detenuti che hanno perso la vita.
È necessario segnare un cambio di marcia, velocizzare la campagna vaccinale incaricando quei medici e quei infermieri che da sempre erano pronti per la somministrazione sul luogo di lavoro.”
Continua Di Giacomo: “Viste le limitazioni di ASTRAZENECA e i tempi più lunghi di immunizzazione, appare chiaro che la strada da seguire è inoculare il vaccino Johnson & Johnson il quale consentirebbe tempi di immunizzazione rapidi; rapidità che sembra l’unica strada per evitare a quelle varianti più aggressive di entrare all’interno degli istituti penitenziari più velocemente di quanto stia avvenendo.
Eventuali ulteriori ritardi potrebbe seriamente mettere in repentaglio la salute di poliziotti e detenuti.
L’auspicio in un momento di tale difficoltà che sia il buon senso a prevalere”.