Il percorso di riscatto e recupero del detenuto proclamato dalla Costituzione viene vanificato da un sovraffollamento carcerario che nel nostro paese ha raggiunto in media il 130 per cento.
Fenomeno che trova ampio riscontro in Molise, soprattutto nell’istituto di pena di Campobasso in cui – a fronte di una capienza di 106 posti – sono recluse 167 persone secondo l’Organizzazione sindacale autonoma di Polizia penitenziaria.
Segno di una realtà caratterizzata da un numero elevato di individui con problemi psichiatrici e di tossicodipendenza, governata a fatica da un corpo di agenti nettamente inferiore rispetto all’organico e tuttora privo di un direttore nel pieno delle proprie funzioni.
Un terreno che alimenta momenti di tensione come accaduto il 7 agosto quando due detenuti hanno aggredito un loro compagno, soccorso dal personale di vigilanza e medicato in ospedale.
Le strade per alleggerire il sovraffollamento carcerario
Il decreto-legge governativo approvato in forma definitiva dalla Camera dei deputati prevede l’assunzione – nei prossimi due anni – di mille nuovi agenti di custodia, l’aumento dei contatti telefonici delle persone recluse con i familiari, la facilitazione delle procedure per concedere la liberazione anticipata, l’allargamento del ricorso alle comunità di accoglienza e reinserimento sociale per i detenuti tossicodipendenti.
Misure cui, rimarca il responsabile del Sindacato di Polizia penitenziaria Aldo Di Giacomo, va affiancata una strategia per ridurre nel lungo termine la popolazione carceraria.
Fondata innanzitutto sulla depenalizzazione dei reati non gravi.
