“Ben venga l’incontro con tutti i sindacati della Polizia Penitenziaria proposto dalla Camera penale veronese, dopo l’ennesima aggressione, in varie fasi, ai danni di sette agenti, tutti rimasti feriti, da parte di un detenuto di origine marocchine avvenuta all’interno della casa circondariale di Montorio”. E’ il commento del segretario generale del SPP (Sindacato Polizia Penitenziaria). Aldo Di Giacomo.
Secondo l’obiettivo prefisso, l’incontro – sottolinea la nota del SPP – dovrebbe servire ad approfondire le cause delle aggressioni al personale di Polizia Penitenziaria purtroppo quasi quotidiane come testimoniano l’aggressione di due agenti a Fuorni-Salerno da parte di un altro detenuto marocchino, e per fermarci solo agli ultimi giorni, sette giorni fa nel carcere di Villa Stanazzo, a Lanciano.
“Noi – dice Di Giacomo – abbiamo ripetutamente denunciato, senza risposte, al Ministro di Grazia e Giustizia la situazione non più tollerabile del sistema penitenziario italiano con il personale che è costretto a lavorare sotto il rischio quotidiano di aggressioni, oltre che di minacce e offese. Minacce che sono diventate sempre più gravi e ripetute dalla popolazione carceraria extracomunitaria che è aumentata nel giro di pochi anni”.
“Soprattutto il caso di Aziz Chakir, il trentunenne di origini marocchine, arrestato per aver aggredito ben sette diversi agenti mentre già si trovava recluso in carcere veronese – aggiunge il segretario del SPP – riprova che il personale di Polizia Penitenziaria ha necessità di tutela nello svolgimento della propria attività e al tempo stesso che sarebbe ora di smetterla con le tesi “buoniste” della rieducazione ad ogni costo”.
Quanto al carcere di Verona, esso registra una cinquantina di detenuti in più e oltre 50 agenti in meno rispetto alle previsioni rispecchiano la situazione generale degli istituti di pena nel nostro Paese.
Per noi – conclude Di Giacomo – è evidente che non sono più sufficienti iniziative di protesta fine e a se stesse e ripetitive senza pensare invece ad uno sbocco di natura istituzionale. Per questo intendiamo promuovere incontri con gruppi politici e singoli parlamentari con l’obiettivo, prima della fine di questa legislatura, di ottenere un pacchetto di misure urgenti senza dover attendere la nuova legislatura.