Non possono essere certamente una visita lampo in uno degli istituti di pena della Sardegna ed i soliti ripetuti impegni a rafforzare organici, mezzi e strutture in un futuro non precisato a risolvere l’emergenza carcere nell’isola. A denunciarlo è il segretario generale del SPP (Sindacato Polizia Penitenziaria) Aldo Di Giacomo in riferimento alla visita del ministro della Giustizia, Andrea Orlando, sabato scorso, a Isili (Cagliari).
E’ il caso di ricordare che in un anno i detenuti nelle carceri della Sardegna sono aumentate di 221 unità mentre i posti letto sono diminuiti perché alcune sezioni degli istituti sono chiuse per lavori. C’è poi il fenomeno crescente degli stranieri passati nello stesso periodo da 452 a 676 (+124). A proposito di stranieri, nelle carceri di Sassari e Nuoro sono stati trasferiti una ventina di presunti jihadisti arrestati in Italia. Rappresentano il 50 per cento degli islamici accusati di terrorismo internazionale. Il Ministro – dice Di Giacomo – non ha ancora chiarito se realmente intende far diventare la Sardegna la “Guantanamo d’Italia” e con quali uomini, che nell’isola sono pochi e nessuno conosce l’arabo.
Quanto al progetto “Liberamente” per la valorizzazione delle colonie penali, di cui Orlando ha parlato in Sardegna, nelle scorse settimane abbiamo segnalato all’opinione pubblica l’atteggiamento decisamente amico del Ministro e del Governo nei confronti dei detenuti lavoranti ed ostile nei confronti del personale penitenziario che attende da otto anni il rinnovo del contratto. Mi riferisco – spiega Di Giacomo – all’aumento disposto a partire dal primo ottobre di ben l’83% della paga dei detenuti impegnati in lavori, per un’indennità oraria di 7-8 euro che è superiore a quella di tante categorie di lavoratori italiani. Alla fine – aggiunge – è meglio fare il carcerato che da questo mese prenderà anche più di mille euro al mese (oltre ad eventuali tredicesime e quattordicesime) che l’agente.
Nel ricordare che i detenuti lavoranti sono 14.570, rispetto ai 14.099 del 2014 e i 13.727 del 2013, come è avvenuto per l’aumento del salario dei detenuti bisogna rapidamente trovare i soldi per il rinnovo del contratto del personale penitenziario. Gli 80 euro di aumento al mese messi sinora dal Governo sul tavolo della contrattazione – conclude il segretario del SPP – sono un’offesa. Il Segretario Generale Dott. Aldo DI GIACOMO