“La responsabilità principale della situazione di forte tensione che si è registrata dentro e fuori il carcere di Poggioreale a Napoli, che ha visto ancora una volta come vittime il personale di Polizia Penitenziaria, è da ricercare nell’Amministrazione Penitenziaria che non perde occasione per delegittimare gli uomini e le donne in divisa nelle carceri italiane”. Ad affermarlo è il segretario generale del S.PP. Aldo Di Giacomo ricordando la “vicenda” dell’agente di Campobasso filmato dopo aver impedito la fuga di un detenuto e subito sospeso dal servizio senza alcun approfondimento di quanto è realmente accaduto. “Non ci si può meravigliare se poi – aggiunge – accadono fatti gravissimi come questo di Napoli con i familiari dei detenuti che individuano il personale come capro espiatorio di una situazione che negli istituti penitenziari è sempre più esplosiva a causa di servizi di assistenza sanitaria inadeguati, di sovraffollamento, personale insufficiente. Proprio da Napoli nella seconda tappa del tour “noi le vittime loro i carnefici” il 5 febbraio scorso, quale unico sindacato – continua Di Giacomo – abbiamo denunciato l’incapacità e l’impreparazione dell’Amministrazione Penitenziaria ad affrontare la situazione di profonda emergenza che richiede atti e provvedimenti di emergenza. Per questo, per far sentire il fiato sul collo dei responsabili e continuare a tutelare e difendere il personale tutto, il nostro tour proseguirà nei prossimi giorni e farà tappa a Milano. In proposito ci fa piacere registrare messaggi di sostegno e di incoraggiamento che ci pervengono quotidianamente dai cittadini d ogni parte d’Italia che hanno recepito il nostro messaggio: non ci può essere sicurezza nelle città se prima non si assicura sicurezza in carcere dove a dettar legge sono boss e gruppi criminali. Purtroppo – conclude il segretario del S.PP. – la situazione è completamente sfuggita di mano perché dentro e fuori il carcere lo Stato mostra il volto buono con detenuti e criminali continuando ad operare in totale stato confusionale su chi sono le vittime e chi invece i carnefici”. Aldo Di Giacomo