Nella serata del 10 marzo, gli agenti di Polizia Penitenziaria in servizio presso la c.d. Terza sezione del carcere di Cassino hanno avvertito dei sinistri scricchiolii alle pareti dello stabile e contestualmente hanno visto allargarsi le numerose crepe già presenti nelle mura. La prima sensazione percepita è stata quella di un sisma anche se in realtà non vi è stato alcun evento tellurico. A riferirlo è Aldo Di GIACOMO, Segretario Generale del Sindacato di Polizia Penitenziaria “S.P.P.” il quale ironicamente esordisce con un vecchio detto popolare “Il medico studia ed il malato muore”. Continua Di Giacomo: “è proprio il caso di riproporre questo vecchio detto popolare che ben si attaglia all’attuale situazione delle carceri, i medici nel caso di specie sarebbero i nostri politici ed i burocrati che sino ad oggi hanno guidato e guidano l’Amministrazione Penitenziaria, il malato è il sistema carceri ormai al collasso, un sistema che oltre a non garantire più il rispetto della legalità all’interno delle strutture penitenziarie, che pensa solo a tutelare i delinquenti e che sempre più spesso si dimentica di tutti coloro che invece nelle carceri lavorano per garantire la sicurezza. Oltre ai tanti ed annosi problemi quali quello delle violenze quotidiane subite dai Poliziotti Penitenziari, vittime sacrificali di un sistema fallimentare, dell’ingovernabilità delle carceri dovuta all’introduzione della c.d. VIGILANZA DINAMICA, della carenza degli organici, non può essere sottaciuto il problema delle strutture penitenziarie, carenti dell’elementare manutenzione ordinaria e ridotte a vere e proprie “case pericolanti”. Di quanto sopra affermato, ne è esempio il carcere di CASSINO e quanto è accaduto nei giorni scorsi: un carcere costruito negli anni ’80 e già ridotto in uno stato pietoso, hanno rischiato la vita centinaia di detenuti e colleghi, sì, il carcere era pericolante tanto che nella serata del giorno 11 marzo, si è stati costretti ad evacuare tutti i detenuti della terza sezione, un centinaio per l’esattezza. La cosa che fa più rabbia è il fatto che da tempo era stato denunciato lo stato di degrado della struttura, ma nulla è stato fatto per metterla in sicurezza, esponendo ad immani rischi il personale penitenziario ed i detenuti”. Il sistema carceri è un malato che ha bisogno di forti terapie d’urto, è un sistema che colpevolmente si è portato al disastro, le politiche messe in campo hanno fallito su ogni fronte; ricordiamo il famoso piano carceri emanato poco dopo gli anni 2000 successivamente all’entrata in vigore del D.P.R. 230/2000, piano che avrebbe dovuto portare all’ammodernamento e all’adeguamento strutturale di tutte le carceri italiane e invece a ben 19 anni di distanza dall’emanazione del predetto D.P.R. sono tantissime le strutture che ancora non rispondono agli standard normativi imposti e pensare che la Legge aveva perentoriamente ordinato di effettuare i lavori di adeguamento entro un termine massimo di 5 anni dalla data di emanazione del DPR 230/2000.Cosa dire…….continua Di Giacomo…. è vergognoso quanto sta accadendo in Italia in materia di gestione delle carceri e speriamo che CASSINO sia da monito a tutti quei Signori che al caldo di confortevoli uffici credono di gestire sapientemente, e ribadisco “credono”, un sistema complesso e delicato fatto di Uomini, Strutture e mezzi, queste ultime sempre più vecchie poco sicure. La Politica si svegli e cominci a pensare davvero ad un piano di interventi strutturali che possano garantire la tutela dei diritti e la sicurezza sul lavoro alle migliaia di Donne e di Uomini della Polizia Penitenziaria che giornalmente si sacrificano in condizioni spesso disumane per garantire e tutelare la sicurezza della nostra società.