Una delegazione del Sindacato Polizia Penitenziaria S.PP. parteciperà domani alla fiaccolata organizzata da un gruppo di genitori a Bibbiano condividendone e sostenendone gli obiettivi. Lo rende noto il segretario generale del S.PP. Aldo Di Giacomo annunciando un’iniziativa nella prossima settimana in sala-conferenze della Camera per presentare le proposte di tutela dell’infanzia e l’istituzione del “Codice Azzurro”.
Quando abbiamo lanciato, insieme ad associazioni ed organismi della società civile, la campagna “Noi le vittime, loro i carnefici” per fare chiarezza sulla grande confusione che regna nelle carceri e fuori tra chi subisce violenze e chi li commette – dice Di Giacomo – non avremmo mai potuto nemmeno lontanamente immaginare che ci saremmo trovati di fronte a fatti così sconvolgenti come quelli che emergono dall’inchiesta, “Angeli e Demoni” e intorno ai quali, dopo le forti emozioni dei primi giorni, non bisogna far cadere il silenzio.
È soprattutto l’infanzia la più indifesa in un Paese che pure continua a definirsi civile.
Quell’infanzia che subisce le violenze fisiche e morali di maestre senza scrupoli, episodi che, nonostante la normativa tutta ancora da attuare, dell’installazione dei sistemi di videosorveglianza in asili e scuole, si ripetono continuamente.
Condividiamo lo scopo della manifestazione di domani, principalmente per tenere viva l’attenzione dei cittadini, delle autorità e dei media sull’inchiesta “Angeli e Demoni” come la posizione dei promotori: “Se ci sono carenze legislative, difetti procedurali e insufficienze organizzative, non possono essere le famiglie a doverne pagare le conseguenze”.
Pensiamo che non basta l’indignazione e la protesta; occorre una forte reazione da parte delle istituzioni che hanno il dovere di tutelare l’infanzia, delle famiglie, dell’associazionismo come di ogni cittadino.
Un primo segnale può venire da una profonda riforma della figura del Garante per i diritti dell’infanzia diffuso in Regioni e Comuni per renderlo più efficace nella sua missione.
Passaggio contestuale: l’inasprimento delle pene senza ripetere quanto accaduto per le maestre scoperte da telecamere a picchiare bimbi e per le quali è stato applicato il semplice obbligo di firma, nemmeno gli arresti domiciliari.
Ancora più severità va assicurata per amministratori pubblici e funzionari di servizi socio-assistenziali che avrebbero dovuto svolgere attività a favore del benessere psico-fisico dei bambini”.