“Il ritrovamento, nel giro di pochi giorni, di altri quattro telefonini e di quantitativi di droga nel carcere di Poggioreale, non solo è l’ennesima conferma della gravissima situazione che denunciamo da troppo tempo, inascoltati, ma anche dei traffici della criminalità intorno al penitenziario napoletano”. Ad affermarlo è il segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria Aldo Di Giacomo che aggiunge: “sembra che nei quartieri delle vicinanze a Poggioreale si siano infittiti traffici finalizzati ad introdurre nel carcere telefonini e stupefacenti. Altro che frigoriferi, nuovi televisori o altri piccoli elettrodomestici in cella.
È prioritario dotare l’istituto – sostiene di giacomo – di strumenti tecnologicamente avanzati per scoprire ed intercettare innanzitutto i telefoni cellulari, nonché di leggi che puniscano chi introduce e chi utilizza telefonini dentro il carcere per stroncare il sistema degli ordini impartiti fuori agli uomini dei clan ed impedire che anche dentro prosegua l’attività criminale”.Secondo Di Giacomo, inoltre, “sarebbero in corso indagini sempre all’interno di Poggioreale sulla morte di un detenuto considerata, forse troppo in fretta, un suicidio.
È evidente che solo le indagini approfondite chiariranno i fatti per allontanare ogni dubbio e perplessità perché se la morte non fosse avvenuta per suicidio si avvalorerebbe la tesi sul controllo dei detenuti da parte dei capi camorra e degli affiliati impegnati nel reclutamento di nuova manovalanza criminale.
Del resto casi di pestaggi e violenze in cella (tra detenuti) qui non sono assolutamente una novità.
Poggioreale – dice ancora il segretario del S.PP. – non può essere una sorta di “zona franca” dove tutto può essere ammesso per il semplice fatto che lo Stato ha ammainato bandiera bianca e delegato il controllo ai capi clan. Sarà pure il carcere più grande d’Europa ma questo non ha alcuna giustificazione ed alibi per responsabilità istituzionali che appartengono al mondo della politica e al Ministero della Giustizia ai Ministri che si sono succeduti negli anni.
Poggioreale è un carcere dove lo Stato ha fallito ed è per questo che torniamo fortemente a chiedere che venga chiuso quanto prima ricordando che la politica dello struzzo non ripaga mai, la realtà va guardata in faccia ed affrontata.
Noi del Sindacato Polizia penitenziaria non ci siamo mai nascosti, abbiamo sempre denunciato le inefficienze del sistema, ed è per questo – afferma – che svolgiamo continue iniziative per tenere sempre alta l’attenzione su questo carcere, simbolo dell’“emergenza” più acuta del sistema penitenziario italiano”.