Gentile onorevole/senatore,
come avrà avuto modo di sapere l’escalation di minacce che mi colpiscono da anni, in qualità di segretario generale del Sindacato di Polizia Penitenziaria (S.PP.) – tra le quali il pacco bomba fatto recapitare nella mia abitazione, lettere e mail dai toni chiaramente di intimidazione ed altro – ha raggiunto l’apice, sicuramente più grave, con l’arrivo a casa mia di una lettera contenente due proiettili di arma da fuoco e un messaggio di minacce dirette a me e alla mia famiglia.
Oggi a Napoli, davanti al carcere di Poggioreale, ho tenuto una conferenza stampa per ribadire che né io né i dirigenti ed iscritti del sindacato ci lasciamo intimorire ed ho annunciato l’inizio dello sciopero della fame insieme ad un tour tra i principali istituti penitenziari italiani per informare e mobilitare i cittadini sulla gravissima situazione delle carceri che si ripercuote direttamente sulla sicurezza dei cittadini.
Ho voluto iniziare la nuova campagna di protesta da Napoli e da Poggioreale perchè è questo il carcere simbolo del fallimento totale dello Stato in quanto, come dovrebbe certamente sapere, la criminalità organizzata – dai clan mafiosi, di ‘ndrangheta, camorra agli ultimi arrivati della mafia nigeriana – controlla gran parte degli istituti con la “resa incondizionata” dello Stato.
Tantissimi i casi che abbiamo denunciato e “provato” dell’attuale sistema carcerario troppo buonista e permissivo nei confronti dei detenuti che punta persino all’abolizione del 41 bis: dai continui ritrovamenti di telefonini, sistemi di trasmissione di “pizzini” agli uomini del clan, dubbi suicidi, detenzione di droga, sesso in cella.
La responsabilità, come ho sostenuto in più occasioni, è solo della politica che si occupa di prescrizione, dando il peggio di sè, e non si occupa dei problemi veri che si sono incancreniti dentro e fuori le celle.
Per questo ho deciso di protrarre lo sciopero della fame fino a quando dalla politica e dalle istituzioni non verranno segnali concreti di impegno sui temi che sosteniamo. Distinti saluti.
Aldo Di Giacomo