Le nostre denunce trovano sempre più riscontri nei fatti.
A dichiararlo è il segretario generale del sindacato S.PP. Aldo Di Giacomo: “un boss di camorra faceva affari sebbene fosse detenuto al 41 bis, il regime di carcere duro che dovrebbe impedire contatti tra i malviventi e il contesto criminale esterno al penitenziario.
È quanto scoperto dalla Guardia di Finanza di Napoli che, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 7 persone (5 in carcere e 2 obblighi di dimora).
Le fiamme gialle hanno sequestrato società, beni mobili e immobili per un valore di 10 milioni di euro. Il provvedimento ha colpito il boss Antonio Mennetta, 35 anni, detto Er nino.
Dalle indagini è emerso che il Mennetta sebbene sottoposto al regime detentivo del 41bis ha mantenuto saldo il controllo dell’organizzazione e delle sue strategie di reinvestimento dei profitti delle relative attività delinquenziali in società operanti soprattutto (ma non solo) nel settore della Vigilanza privata e in quello immobiliare.
Sempre secondo i finanzieri, l’espansione commerciale delle imprese riferibili al clan “risulta proiettata anche nei settori d’impresa collegati all’emergenza sanitaria da Covid-19, risultando l’acquisizione di incarichi nel campo della sanificazione dei locali”.
Continua Di Giacomo: “appare chiaro che il sistema carcerario italiano vada rivisto di sana pianta.
Questo di oggi è solo uno degli episodi vergognosi che hanno caratterizzato la vita dei delinquenti all’interno delle nostre carceri.
Quello che è successo negli ultimi due mesi è noto a tutti e si è concluso con la scarcerazione decine e decine di delinquenti.
Che il sistema abbia raggiunto il punto di non ritorno lo evidenziano anche alcuni semplici dati.
Negli ultimi due anni i ritrovamenti di cellulari sono passati da 400 a 2400, i ritrovamenti di droga da 2 kili a 11, le denunce nei confronti dei detenuti sono aumentati del 500%, le aggressioni nei confronti dei poliziotti e dei detenuti più deboli sono aumentati del 700%.
Dalla lettura di questi dati verrebbe da chiedersi che cos’altro dovrebbe succedere per mettere mano al nostro sistema carcerario per rendere gli istituti di pena luoghi in cui si sconta la pena rieducandosi e senza commettere altri reati e non luoghi in cui si impartiscono ordini e si delinquente più che all’esterno”.
L’amara conclusione è che la nostra politica è inadeguata.