“A breve saranno impiegate le prime 7 unità, delle 20 previste, appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria, presso la Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo con compiti di analisi.
È una prima buona notizia, ma assolutamente insufficiente per dispiegare il contributo effettivo che la Polizia Penitenziaria potrebbe offrire, di concerto con le altre Forze di Polizia, alla lotta alla criminalità organizzata.”
A dichiararlo è Aldo Di Giacomo, Segretario Generale del Sindacato di Polizia Penitenziaria S.PP.: “Un passo davvero importante ed efficace sarebbe invece l’impiego di quelle 60 unità di Polizia Penitenziaria nella DIA, previsto anni or sono e inspiegabilmente ridimensionato a 7 unità, con lo ‘zampino’ di alcuni Dirigenti del DAP ancora in servizio.”
“Solo l’impiego della Polizia Penitenziaria presso le varie sezioni investigative della DIA, potrebbe permettere la ‘chiusura del cerchiò tra le varie Forze di Polizia.
Negli ultimi anni – prosegue Di Giacomo – sono stati unanimi gli apprezzamenti della Magistratura antimafia e dei vari Reparti Speciali delle altre Forze di Polizia, nei confronti del contributo di informazioni dato dalle donne e dagli uomini della Polizia Penitenziaria.”
“Il dispiegamento delle aliquote di polizia penitenziaria in forza alla DIA dovrebbe essere effettuato al più presto nei rispettivi centri operativi in cui gravitano istituti penitenziari con reparti detentivi Alta Sicurezza e 41-bis, in maniera tale da garantire il collegamento delle investigazioni tra il territorio e i penitenziari”.
“Ad oggi, rimane inspiegabile, se non sospetto, che una tale soluzione sia stata prima boicottata ed ora non sia stata più menzionata né dal Governo, né dagli altri realmente interessati allo smantellamento delle mafie”.
“Nei prossimi giorni, come SPP, presenteremo al Ministro della Giustizia e a quello dell’Interno, una serie di proposte per rendere più efficace il compito della Polizia Penitenziaria nella lotta alla criminalità organizzata”.