Il piano vaccinale per le carceri non è stato bloccato ma proseguirà con le stesse regole vigenti per l’esterno ossia in ordine di età e di fragilità. Per la polizia penitenziaria si prosegue in base all’età; ciò di fatto significa un rallentamento enorme per i detenuti e il quasi blocco per i poliziotti penitenziari.
A dichiararlo è Aldo Di Giacomo, segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria S.PP.: “un errore grossolano e da inesperti non dare priorità al pianeta carcere. Il problema non è solo di carattere sanitario ma è anche di ordine pubblico.
Quello che è successo nelle carceri qualche mese fa, devastazioni e 14 morti, è stato troppo presto dimenticato.
Provo enorme stupore nell’apprendere questa notizia che appare oramai certa tranne ripensamenti dell’ultimo minuto.
La conferma della stessa dimostrerebbe un pericoloso disinteresse per il pianeta carcere e per la polizia penitenziaria.
Ancora più grave è che questa decisione venga presa dal governo Draghi e da un generale degli Alpini.
I dati in nostro possesso ci dicono che dal 5 al 12 aprile i vaccini somministrati ai detenuti sono passati da 6356 a 8485, mentre per i poliziotti da 15155 a 15998.
Dati che evidenziano come la somministrazione dei vaccini procedesse lentamente già quando avevamo priorità. Immaginare di proseguire per fasce di età significa esporre a rischio contagio la quasi totalità dei detenuti e mettere 22 mila poliziotti nelle condizioni di poter essere possibili untori”.
Conclude Di Giacomo: “preannunciamo sin da ora una manifestazione di protesta contro la decisione del generale Figliuolo per lunedì 19 alle ore 12:00 davanti a Montecitorio.
La nostra non vuole essere una difesa di categoria ma solo di proteggere la salute di migliaia di poliziotti e di detenuti che vivono in un evidente stato di pericolo per il COVID-19 e di tutela dell’ordine che seriamente è messo in pericolo.”