Ci aspetta una estate di rivolte.
Dopo le proteste di Firenze con decine di detenuti sui tetti, è da ieri sera in atto una protesta nel carcere campano di Benevento dove oltre 90 detenuti, tutti del circuito di alta sicurezza, si rifiutano di entrare nelle celle.
Avevamo avvertito che il clamore e la gogna mediatica riservata al personale di polizia penitenziaria, dopo i fatti di Santa Maria Capua Vetere, avrebbe portato a quel clima di destabilizzazione del sistema penitenziario avvertendo che le stesse menti delle rivolte dello scorso anno avrebbero potuto approfittarne per dare vita a nuove proteste.
Questo è il commento del segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria S.PP. Aldo Di Giacomo: “la protesta ancora in atto a Benevento che vede partecipi detenuti del circuito di alta sicurezza è di più di un campanello di allarme sulla possibilità del ripetersi di rivolte/ribellioni che si potrebbero spargere a macchia d’olio in tutti gli istituti d’Italia.
La motivazione della rivolta parrebbe essere la richiesta di allontanamento del Comandante e del Direttore. Avevamo avvisato del rischio a cui si andava incontro andando a delegittimare il lavoro della polizia penitenziaria e mettendo ombre sull’intero sistema carcerario.
La criminalità organizzata e le loro menti all’interno delle carceri sono in grado di cogliere le debolezze del sistema ed approfittarne. Il nuovo elemento che i detenuti hanno colto bene è quello che in caso di rivolte o di proteste nessuno interverrà utilizzando legittimamente la forza; dall’altra parte anche noi sappiamo benissimo che un utilizzo della forza seppur legittimo porterebbe nuovamente ad accusarci di violenze gratuite”.
Conclude Di Giacomo: “il momento è dei più delicati; ogni minimo errore avrebbe conseguenze devastanti anche perché sappiamo bene che c’è chi è pronto a buttare benzina sul fuoco”