“La firma ieri del decreto Green Pass da parte del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, da una parte ha alimentato la campagna (in verità non nuova) per una “liberazione anticipata speciale” di categorie di detenuti e dall’altra una sorta di “caccia” al personale penitenziario non ancora vaccinato.
È il caso di fare chiarezza e di non farsi prendere dall’emotività affrontando adeguatamente questa fase della pandemia”.
Lo afferma il segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria S.PP. Aldo Di Giacomo per il quale: “prima di tutto bisogna ristabilire la verità. Noi stiamo tentando di farlo da settimane, perché non corrisponde al vero la notizia irresponsabilmente diffusa che sarebbero 13mila, vale a dire uno su tre, gli agenti non ancora vaccinati, ma sono poco più di tremila.
I dati del DAP, a cui pure si fa riferimento, non tengono conto e d’altronde non potrebbero farlo dell’alto numero di personale che si è autonomamente vaccinato rivolgendosi alle strutture preposte.
Per questo il DAP che dispone solo dei dati del personale che ha avviato alla vaccinazione non ha alcuna responsabilità.
E non si sottovaluti che è stato proprio il clima di allarmismo ad innescare le numerose rivolte dei detenuti nella primavera 2020.
Le regioni con meno personale vaccinato sono la SICILIA e la CAMPANIA”. Noi – evidenzia Di Giacomo – ci siamo da sempre espressi a favore dell’obbligo vaccinale per una categoria, al pari delle altre delle forze dell’ordine, di quelle sanitarie e di lavoratori a contatto con il pubblico, che necessitano di tutela personale e delle proprie famiglie oltre che a garantire la tutela degli altri, nel nostro caso detenuti, familiari ed avvocati dei detenuti. Siamo, pertanto, in attesa di una circolare esplicativa sull’uso del Green Pass nelle carceri.
Per ora il sistema di applicazione del Green Pass che non funziona: si obbliga il Green Pass per il personale penitenziario che ha diritto a consumare il pasto in mensa, mentre si esonerano i familiari e gli avvocati nei colloqui con i detenuti con la “convinzione” che sarebbero sufficienti vetrate o pannelli ad “isolare” il virus dopo che familiari ed avvocati hanno circolato in spazi degli istituti penitenziari.
Quanto alla “campagna liberi tutti” (o quasi) alimentata dalle solite associazioni vicine ai detenuti, Di Giacomo ribadisce che “essa troverà la più ferma opposizione del S.PP. soprattutto alla luce dei continui e numerosi episodi di aggressione e violenze di detenuti contro il personale penitenziario.
È come se lo Stato, dopo aver dato prova di delegare il controllo delle carceri a criminali, passerebbe al premio finale.
È una cosa che non possiamo permettere per le vittime e le famiglie delle vittime dei criminali e per la dignità dei servitori dello Stato “.